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Politica – Maria Stella Gelmini lascia Azione: il sacrificio della Modestino e l’ironia del destino

Politica (di Tommasina Casale)- C’è chi dice che il karma non perdona, e in questa storia politica tutta italiana sembra proprio che ci abbia messo lo zampino. Ricordate le scorse elezioni politiche, quando per salvare Maria Stella Gelmini, il partito di Carlo Calenda, Azione, orchestrò un vero e proprio gioco di prestigio elettorale? La mossa, che qualcuno potrebbe definire un “errore”, sottrasse un seggio al collegio di Caserta, sacrificando la professoressa Stefania Modestino sull’altare della politica di partito.  E oggi, cosa succede? La Gelmini abbandona Azione e Carlo Calenda, migrando nel gruppo misto. Un epilogo quasi grottesco, se si pensa a tutto quello che è stato fatto per lei. Ripercorriamo i fatti: nelle elezioni politiche, i seggi senatoriali si attribuiscono in base al numero di abitanti di ogni circoscrizione. La Campania è suddivisa in due macrocollegi: Campania 1 e Campania 2. In base ai calcoli, il primo doveva eleggere 6 senatori e il secondo 5, ma per un “perverso gioco” elettorale e, diciamocelo, per le complicazioni del famigerato Rosatellum, Campania 1 si vide attribuire 7 senatori, mentre Campania 2 ne perse uno, fermandosi a 4 senza rispettare il decreto del presidente della Repubblica del luglio 2023, finalizzato a blindare il numero dei seggi per collegio. Chi ci rimise? La Modestino. Sarebbe dovuta essere la quinta senatrice di Campania 2, ma la sua sedia finì nel calderone per blindare Gelmini. Un “errore”, forse, ma sicuramente una mossa calcolata, visto che Matteo Renzi, all’epoca stretto alleato di Azione, avrebbe dovuto scegliersi un collegio tra Campania e Toscana. Ovviamente, scelse la Toscana, lasciando libero il posto campano per… chi? Ma per la Gelmini, ovviamente! Un piccolo “sacrificio” territoriale per assicurare la sua poltrona. E la Modestino? Fu semplicemente sacrificata. Nessuno, neanche Calenda, si prese la briga di denunciare quello che, per essere gentili, potremmo definire un “grossolano errore” per non chiamarlo “furto di democrazia”. La verità, però, è che si doveva a tutti i costi tutelare i “pezzi grossi”, e così fu. Il piano funzionò, la Gelmini fu eletta e la professoressa casertana rimase a bocca asciutta. Ma, come si suol dire, “il karma” ha sempre l’ultima parola. Azione, che alle ultime europee non ha nemmeno raggiunto il quorum, si trova ora nel pieno di un fuggi fuggi generale. E l’ultima a saltare giù dalla nave? Proprio Maria Stella Gelmini, la stessa per cui si era spianata la strada a suon di manovre elettorali e calcoli discutibili. La Gelmini ha lasciato Azione e Calenda per unirsi al gruppo misto, rendendo il sacrificio della Modestino ancora più amaro e, in un certo senso, inutile nonostante i più di 55 mila voti che la distaccavano di una manciata di voti dallo stesso Renzi.   Che dire, in politica, come nella vita, tutto torna. E mentre Azione si sgonfia, forse qualcuno starà sorridendo tra le fila di chi ha subito ingiustizie. Alla fine, ad aver perso realmente è stato il territorio casertano ma anche campano che per difendere una lombarda ha perso un senatore.

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