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Cellole – “La vita è meravigliosa, non correte”, l’appello straziante di Fabio Sparagna, padre di Alfredo, morto in un incidente il mese scorso

Cellole  (di Tommasina Casale) – Il silenzio che segue una tragedia è spesso assordante, ma a volte qualcuno riesce a spezzarlo con parole che lasciano un segno profondo. È quello che ha fatto Fabio Sparagna, il papà di Alfredo, il giovane diciassettenne di Cellole che ha perso la vita il mese scorso in un tragico incidente automobilistico in via Raccomandata a Sessa Aurunca. Un padre devastato dal dolore, che ha trovato la forza di condividere su Facebook un messaggio accorato, rivolto non solo ai suoi cari, ma a tutti noi. Fabio inizia con un appello diretto ai giovani, a coloro che, come Alfredo, hanno davanti a sé la vita e tutte le sue meraviglie. Un messaggio semplice, ma carico di emozione: “Questo messaggio lo rivolgo ai ragazzi… che hanno la responsabilità verso la vita… la loro e quella degli altri”. Queste parole risuonano come un monito, una preghiera, nella speranza che nessun altro debba provare il dolore che lui e la sua famiglia stanno vivendo.

Parla ai giovani, ma anche ai “leader” delle comitive, a quei ragazzi che spesso, senza rendersene conto, possono influenzare le scelte degli altri. “Lo rivolgo ai ‘leader’ delle vostre comitive” – scrive Fabio – cercando di far riflettere su quanto sia importante essere consapevoli delle proprie azioni, soprattutto quando queste possono mettere a rischio la vita di chi si ama. Il messaggio di Fabio non si ferma qui, però. È un grido rivolto a tutti, compresi se stesso e le sue figlie, a ricordare che la vita è preziosa e va protetta con scelte responsabili. “Lo rivolgo alle mie figlie, lo rivolgo a tutti, a me compreso… DICIAMO ‘non correte… non azzardate, la vita è meravigliosa”. In queste parole si legge tutta la disperazione di un uomo che ha perso ciò che di più caro aveva al mondo. Non c’è rabbia nelle sue parole, solo un profondo dolore, misto a una richiesta disperata: evitare che tragedie simili possano ripetersi. Fabio non chiede che i giovani smettano di vivere, né che rinuncino ai momenti di spensieratezza, ma che abbiano rispetto per la vita e per la responsabilità che essa comporta. “Non mettetevi alla guida ubriachi e con questo non sto dicendo di non bere, ma non guidate ubriachi o drogati (lo so come funziona… la droga e l’alcol alterano l’equilibrio psicofisico – ci si sente supereroi – ma non è così)”. Con grande lucidità, nonostante il dolore che lo opprime, Fabio riconosce i rischi che i giovani affrontano in quelle notti in cui si sentono invincibili, quando la vita sembra essere un gioco e la morte un concetto lontano. Ma lui sa, più di chiunque altro, quanto fragile sia quell’illusione. “Non è giusto che io e altri dobbiamo vivere un dolore così forte… inumano”, scrive, lasciando trasparire il peso di una sofferenza che non dovrebbe mai toccare un genitore. Fabio sa bene che la vita può riservare tragedie, ma ciò che non riesce ad accettare è la morte causata dall’irresponsabilità, dall’incoscienza di un momento. “Si è vero, non si muore solo per incidenti stradali… ma per un incidente stradale causato da nostre ‘irresponsabilità’ non è accettabile”, sottolinea. La sua non è un’accusa, come specifica lui stesso: “Con questo non sto accusando nessuno e qualcuno può dire ‘è destino” ma quel destino, quel fato ineluttabile, non dovrebbe mai essere accelerato da scelte avventate.  Il suo appello finale è forse il più toccante: “Non CORRETE perché non vorrei che fosse il destino di qualcun altro!. Non c’è rancore, non c’è colpa, solo una supplica affinché nessun altro genitore debba piangere il proprio figlio, nessun altro giovane perda la vita in una notte di euforia e sconsideratezza. Le parole di Fabio sono un grido d’amore, un disperato tentativo di trasformare la sua immensa sofferenza in un insegnamento per tutti. Un monito che ci invita a fermarci, a riflettere, e soprattutto a ricordare che la vita è fragile, preziosa, e che non vale mai la pena di metterla in gioco.

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