Sessa Aurunca (di Tommasina Casale) – Il sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio appare più blindato di una cassaforte svizzera. Da qualche tempo, infatti, il buon Di Iorio ha messo su una maggioranza che non lascia a nessuno il piacere (o il fastidio) di alzare la voce in dissenso. E chi ci prova? Viene magicamente teletrasportato fuori dalla stanza del secondo piano dell’ex banca Massicana.
Tutto ha preso una piega degna di un romanzo d’intrigo quando l’ex candidato sindaco di minoranza, Antonio Fusco, è salito a bordo del transatlantico amministrativo. Come? Nessuna firma in comune, nessun atto ufficiale. Solo una serie di sguardi, post Facebook strizzal’occhio e comparsate pubbliche che gridano complicità più di quanto faccia un timbro da bollo. Fusco, novello Caronte della politica sessana, non è sceso solo dal battello dell’opposizione, ma ha traghettato con sé anche Mario Truglio, consigliere di Generazione Aurunca, che ha preso il posto di Alberto Verrengia in una sorta di staffetta elettorale. Truglio ha stretto subito un legame con Fusco, forse perché entrambi di Carano, abbandonando con leggerezza quella resistenza che caratterizzava il suo predecessore.
E a proposito di Verrengia, da anni, la pagina social di “generazione Aurunca” era il porto sicuro dell’opposizione dove ogni post era un fendente e ogni commento una pugnalata (rigorosamente politica, sia chiaro). Ma la nuova posizione di Truglio qualcosa è cambiato e la pagina sembra aver subito un colpo di cesoia, niente più sferzate contro il palazzo, nessun grido di ribellione. Al punto che, per continuare a far parlare di sé, il movimento ha dovuto ricorrere alla promozione di attività territoriali ai fini benefici. E fu così che l’opposizione social più accesa e iconica della zona finisce da “feroce critica” a “marketing strategico”. Ora, mentre in molti si domandano se in Comune ci siano davvero delle sedute di consiglio o solo tranquille riunioni di condominio, una cosa è certa: il sindaco Di Iorio può godersi il suo trono blindato, sapendo che nella sua corte nessuno alzerà più la voce.