TEANO – Diverse sere fa c’è stata una violenta lite in un bar del centro del paese che usa intrattenere i clienti con la musica, secondo diversi condomini, troppo alta e per lungo tempo. Un residente sarebbe stato picchiato – dal padre del gestore – mentre tentava di convincere i titolari ad abbassare il volume per consentire a tutti, in particolare alla moglie e a un bimbo di 8 anni, di riposare. Ognuna delle due persone protagoniste della lite crede, giustamente, di avere la ragione dalla propria parte e di poterlo dimostrare.
Il cittadino “menato” assicura di avere testimoni e le immagini di alcune telecamere di sorveglianza. Il barista “boxer” assicura che non ha aggredito nessuno e che ci sono tanti testimoni pronti a confermarlo. Assicura che lui non è un violento. Ognuno dice di aver presentato denuncia per i fatti accaduti. Ognuno assicura di essersi recato in ospedale per farsi refertare. E’ evidente che solo un giudice, ascoltati i testimoni, le parti in causa e visionati i filmati, potrà decidere chi la vittima e chi, invece, il colpevole. Tuttavia nella vicenda ci sono già alcune certezze:
– La differenza di peso corporeo e di massa muscolare fra i due, tutto a vantaggio del barista poliziotto
– Il cittadino che afferma di essere stato picchiato dal barista ha avuto dai medici 20 giorni di prognosi per un pugno ricevuto in pieno viso. Quindi un colpo forte, ben assestato
– dopo quella lite quel bar ha abbassato notevolmente il volume della musica, permettendo così ai residenti della zona di riposare più facilmente.
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