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foto di repertorio

GIOIA SANNITICA – Allarme nel Matese: sospetto colera. Ulteriori analisi e accertamenti in corso

GIOIA SANNITICA – La scoperta sarebbe stata fatta in una grossa azienda agricola ai piedi del Matese. All’interno di un animale morto – alcuni giorni fa – i veterinari dell’Asl avrebbero isolato il vibrione del colera. E’ scattata immediata la procedura prevista dal protocollo sanitario con il blocco dell’azienda e con ulteriori accertamenti sul caso. Stamattina (21 agosto 2024) sul posto sono arrivate alcune squadre di ispettori dell’Asl, di medici e altri tecnici che hanno operato per molte ore. Massimo riserbo sui risultati ottenuti.
Le notizie intorno alla vicenda sarebbero ancora poche e quindi non permettono di fare piena chiarezza sull’accaduto. Alcune indiscrezioni trapelate in serata parlano di allarme rientrato e dell’assenza di pericolo per gli esseri umani tanto che l’unico animale infetto era quello morto. Potrebbe essere stato un errore nei laboratori durante le analisi?
Chiaramente una vicenda che dovrà essere ancora definita completamente, nell’interesse di tutti: azienda, lavoratori, consumatori e cittadini.
Come è finito quel vibrione del colera nel fegato del  vitello morto?
Ha contagiato altri animali?
E il personale?
Una situazione che potrebbe diventare esplosiva anche perché l’azienda si snoda, con i suoi terreni enormi, lungo il fiume Volturno e questo rende l’allarme ancora più forte dato il pericolo che il vibrione del colera possa finire nelle acque del fiume.
Anche le decine di dipendenti, in gran parte immigrati provenienti dall’India, sono sotto osservazione e sottoposti ai necessari accertamenti.
I vibrioni sono batteri gram-negativi suddivisi in specie saprofite, normali componenti della microflora autoctona delle acque marine ed estuarine, e specie patogene per l’uomo. In generale le infezioni da vibrioni sono trasmesse all’uomo per contatto diretto con l’ambiente acquatico o indirettamente attraverso il consumo di cibo o acqua contaminata.
Il colera classico si manifesta con sintomatologia variabile da lieve diarrea acquosa e grave diarrea ad “acqua di riso” accompagnata da segni di disidratazione fino al collasso cardio-circolatorio. In mancanza di adeguata intervento terapeutico la mortalità può raggiungere il 50%, mentre l’impiego di una terapia reidratante la riduce al di sotto dell’1%. I vibrioni non colerici solitamente provocano infezioni più lievi. Anche questi patogeni però possono determinare gravi diarree e infezioni extraintestinali. Vibrione parahaemoliticus provoca sintomatologia lieve, a carattere prevalentemente gastroenterico. Vibrione vulnificus può infettare ferite e determinare gravi setticemie soprattutto se colpisce soggetti immunocompromessi. Talvolta in soggetti sani il consumo di alimenti contaminati da Vibrione vulnificus determina sintomi enterici.

 

 

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