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Piedimonte Matese / Marcianise – Carini dopo la figuraccia Olimpica si butta in pubblicità. Speriamo che il Ponte non sarà fragile come il suo coraggio

Piedimonte Matese / Marcianise – “Carini testimonial del Ponte sullo stretto. Molto indicata come scelta, una che non porta a termine un incontro per un’opera che non sarà mai portata a termine”.
“Se il famigerato ponte voluto dall’avvinazzato e che dovrebbe realizzare Webuild avrà la stessa resistenza della Carini siamo in una botte di ferro”.
“Anche il Ponte crollerà dopo 46 secondi?”.

Sono alcuni dei commenti ironici scritti sui vari social sotto ad articoli che parlano della vicenda e che mettono in evidenza la figuraccia olimpica confezionata da Carini dopo l’abbandono della sfida con la sfidante Algerina. Insomma, nulla a che vedere con il coraggio e la resistenza.
Se il ponte sullo stretto sarà forte come la testimonial Carini, allora durerà poco, anzi pochissimo. La scelta da parte della società che dovrà costruire il ponte – per ora già profondamente indebitata perché ha sperperato milioni di euro senza fare nulla di concreto – di utilizzare Angela Carini per promuovere l’idea progettuale, non ha dato i frutti sperati. Anzi ha attirato solo critiche ed ironie. Al di là di polemiche e strumentalizzazioni Angela Carini non sembra l’emblema di forza e resistenza, per poter essere testimonial della ditta che “dovrebbe” costruire il ponte sullo stretto.
Caschetto rosso da cantiere in testa, la pugile Angela Carini in un frame dello spot “Webuild per lo sport. Costruire un sogno: storie di campionesse”. Lo spot è uno dei cinque capitoli della campagna girata dal colosso italiano delle costruzioni, capofila anche della cordata di imprese per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Il video promozionale è stato prodotto prima delle Olimpiadi di Parigi 2024, durante le quali Carini è salita alla ribalta per all’ormai celebre ritiro nell’incontro con l’algerina Imane Khelif.
Carini è stata scelta per incarnare la “passione”. Il video è stato girato prima che la pugile guadagnasse notorietà alle Olimpiadi, segnata dalle controversie legate al suo match contro l’algerina Imane Khelif. L’effetto boomerang di decidere impiegare il volto di Angela Carini per questa campagna è abbastanza evidente, ma probabilmente un risultato del genere era difficile da prevedere, a bocce ferme. Gli spot sono stati infatti prodotti prima del caso Carini-Khelif, con le due atlete diventate in modo inconsapevole “beniamine”, rispettivamente, dell’ipotetico elettorato di destra e di quello di sinistra del nostro Paese.

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