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Politica – Oliviero e l’odissea dei porti politici: alla ricerca di un approdo impossibile

POLITICA (di Tommasina Casale) – Oliviero alla ricerca di un porto a cui approdare? Immaginate la scena: Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania, che con la sua bussola politica in mano, inizia a navigare nei tempestosi mari della politica alla ricerca di un porto sicuro dove poter attraccare la sua ormai un po’ malconcia imbarcazione. Sembra quasi di vederlo, con il vento che scompiglia i capelli e gli occhi scrutatori all’orizzonte, mentre con una mappa (politica) in una mano e un cannocchiale (forse rosso, forse rosa, chi lo sa?) nell’altra, cerca disperatamente una nuova isola felice. Ma, ahimè, i venti non soffiano a suo favore. Nel Partito Democratico, le onde sono troppo alte e le correnti troppo forti: le porte sono sbarrate, e la nave di Oliviero non trova attracco. È come se quel porto, un tempo promettente, fosse stato ermeticamente chiuso con catenacci e lucchetti di ferro. “Non c’è spazio per te qui”, sembrano dire le fredde mura del PD. Non demordendo, il nostro intrepido navigatore punta il suo sguardo verso nuove terre. E cosa scorge all’orizzonte? Il partito Azione di Carlo Calenda, che con la sua immagine di dinamismo e modernità potrebbe sembrare la nuova Eldorado. E qui la leggenda vuole che Oliviero abbia persino chiesto al consigliere regionale Giuseppe Sommese di tenere una porticina aperta, giusto un piccolo spiraglio per far entrare la sua barca. Qualcuno azzarda anche un tentativo di approccio con il braccio destra di Calenda, Matteo Righetti. Ma, come in una fiaba dai toni ironici, quella “porticina” è in realtà pare essere una porta blindata, chiusa a doppia mandata. Calenda e i suoi sembra hanno altre priorità e forse, con un leggero sorriso beffardo, hanno tirato via anche la chiave. Non scoraggiato, Oliviero continua la sua navigazione e getta l’ancora nei pressi di Italia Viva di Matteo Renzi. Qui, però, si profila un nuovo ostacolo: l’assessore regionale Nicola Caputo, un vecchio lupo di mare che, sconfitto dalle onde del consiglio europeo, sembra intenzionato a tornare nelle calme acque del consiglio regionale. E si sa, due capitani sulla stessa nave difficilmente convivono senza collisioni. Anche in questo porto, quindi, il rischio di restare bloccati sugli scogli è altissimo. E poi, come se non bastasse, Oliviero considera anche un ritorno alle radici: i Socialisti. Qui, il problema è di tutt’altro tipo. Se i socialisti fossero una piccola isola, il nostro esploratore si accorgerebbe subito che questa è forse troppo piccola per il suo grande sogno di gloria. Con un elettorato che sembra sempre più un club esclusivo per pochi intimi, le probabilità di successo sono praticamente microscopiche, o, per dirla con eleganza, “troppo mignon”. E così, Gennaro Oliviero continua a solcare il mare aperto, tra tempeste politiche e approdi sbarrati, con l’incrollabile speranza di trovare finalmente quel porto sicuro dove ancorare il suo futuro politico. E chissà, magari un giorno ci sarà una baia inesplorata, un partito dimenticato, o un’alleanza improvvisata dove potrà gettare l’ancora. Ma per ora, sembra che la sua odissea sia destinata a proseguire, tra mille peripezie e altrettante ironie.

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