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TEANO / ROCCAMONFINA – Abusi sessuali in cambio di lavoro e cibo: violenze anche nei conventi di Roccamonfina e Teano

TEANO / ROCCAMONFINA – I religiosi, pur di coprire lo scandalo e i reati commessi, non hanno esitato a stringere rapporti con la camorra.  I frati sporcaccioni agivano anche nei conventi di Teano e Roccamonfina, dove, fra le “sacre” mura avrebbero approfittato di persone bisognose costringendole a fare sesso per avere in cambio un lavoro precario, cibo della Caritas spesso scaduto e medicinali. Nel convento di Sant’Antonio di Teano e in quello di Roccamonfina padre Gildi avrebbe approfittato delle vittime. Emerge dai riscontri raccolti nel corso delle indagini dai carabinieri della compagnia di Casoria e della caserma di Afragola, che mercoledì hanno arrestato 6 persone tra cui due frati.  Gli investigatori avrebbero ascoltato anche “Fra Francesco”, un ex frate, già protagonista di una puntata de Le Iene, che avrebbe raccontato di conoscere entrambe le vittime le quali avrebbero confermato degli incontri a luci rosse, avvenuti nei conventi di Roccamonfina e Teano. In manette sono finiti padre Domenico Silvestro, 52 anni, parroco del santuario di Sant’Antonio di Afragola e il frate francescano padre Nicola Gildi, 56 anni, arrestato nel convento di Piedimonte Matese. Convento nel quale si era trasferito da circa un anno e nel quale non si sarebbe consumato alcun abuso. Gildi anche di essere il mandante di una rapina aggravata perpetrata ai danni delle vittime degli abusi che sui loro cellullari avevano registrato chat e messaggi a sfondo sessuale. Una soluzione estrema, quella della rapina, che ha portato i due frati da allacciare rapporti con imprenditori e rampolli della camorra, in un vero e proprio intreccio che con la fede e la solidarietà poco hanno a che fare.
Insieme ai due francescani sono finiti in carcere due noti imprenditori di Afragola, Giuseppe Castaldo, 54 anni, e Antonio Di Maso, 43 anni, accusati di aver pianificato la rapina dei cellulari delle due vittime e di aver contattato gli esecutori materiali del colpo, Danilo Bottino, 21 anni, di San Vitaliano e il suo complice Biagio Cirillo 19 anni di Marigliano, entrambi orbitanti nel clan Castaldo che controlla la zona di Marigliano. Tra fede, sesso, ricatti e camorra, ci sarebbero tutti gli elementi di un moderno romanzo hot, che gli inquirenti si sono ritrovati a scrivere basandosi su denunce, testimonianze e riscontri che sembrano lasciare, purtroppo, ben poco spazio all’immaginazione.

 

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