Ultim'ora

Piedimonte Matese / Marcianise – Olimpiade e boxe, il teatrino di Carini. Quando l’ignoranza della politica condiziona lo sport

Piedimonte Matese / Marcianise – La politica, quella fatta dai peggiori politici, ha trasformato un incontro sportivo olimpico in un teatro squallido. Paga il conto Angela Carini, nella vita poliziotta, atleta amata dalla comunità di Marcianise e quella di Piedimonte Matese dove ha iniziato la sua carriera da pugile. Carini paga un conto salatissimo perché ha dovuto recitare il ruolo dell’atleta fragile che al primo colpo ricevuto è scappata dal ring con la coda fra le gambe. Niente a che vedere con un guerriero, con un indomito e coraggioso combattente che si sarebbe arreso solo davanti ad un ko e allo strapotere dell’avversario. Le sue lacrime hanno fatto il giro del web, dei telegiornali e sono state usate dai politici – quelli ignoranti e grezzi – per affermare le loro teorie.
Basta rivedere il video del match – compreso la parte iniziale, cioè quella dell’ingresso degli atleti sul quadrato – per capire che era tutto deciso prima, che la sceneggiata stava per compiersi. L’Algerina è entrata convinta e determinata, sicura. Carini, invece, era già quasi in lacrime, la sua rabbia era palese. Il vero match, probabilmente, Carini l’aveva già combattuto all’interno dello spogliatoio contro i vertici della federazione e contro i politici. Volevano, con molta probabilità che Carini non arrivasse proprio sul ring. Ma lei ha deciso di fare diversamente. E in questo è stata coraggiosa, sicuramente.
Se si guardano i 46 (quarantasei) secondi della sfida si nota che l’unico pugno subito da Carini non era così forte ed essendo stato il primo non poteva produrre tanta “devastazione”. Ma è bastato per spingere Carini al ritiro e per scrivere la parola fine su una delle tante farse che si vedono nello sport, in questo caso condizionato dalla politica, quella peggiore.
Una cosa però va detta: quell’incontro, probabilmente, Carini non avrebbe mai potuto vincerlo perché la sua avversaria – Imane khelifa – è tecnicamente più forte, più veloce, con leve più lunghe. Sotto questo aspetto non vi era partita fra le due. Ma, almeno, Carini doveva provarci, doveva combattere, non scappare.
Questa nostra epoca passerà alla storia per un lungo periodo di decadenza sociale e culturale, governato da molti ignoranti. Basta “sfogliare” l’album fotografico del nostro parlamento per capire l’orrore che ci circonda, per capire che alcuni ministri e nostri “onorevoli” – trenta o quaranta anni fa – sarebbero entrati in Parlamento solo come uscieri o per fare le pulizie. Oggi, invece, comandano, fanno leggi, spesso insensate, parlano e aizzano la massa che, avendoli eletti, è messa peggio di loro.
L’atleta algerina Imane Khelif non è una persona transgender, né un trans come etichettata dal nostro Ministro all’ignoranza della Lega. Khelif è solo una donna intersessuale.
Il termine «intersex», secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si riferisce a tutte le variazioni naturali nei caratteri sessuali che non rientrano nelle tradizionali categorie di maschio o femmina. Queste variazioni possono riguardare cromosomi, ormoni, genitali esterni o organi riproduttivi interni. Alcune condizioni non sono sempre visibili alla nascita. Non è una malattia, né una disabilità. Le stime dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani suggeriscono che fino all’1,7% della popolazione mondiale nasca con tratti intersessuali. Questo significa che l’intersessualità è circa altrettanto comune quanto avere i capelli rossi, che si stima sia presente nell’1-2% della popolazione. Queste cifre possono variare a seconda delle definizioni e dei criteri utilizzati per classificare le condizioni intersessuali. Italia potrebbero essere dallo 0,018% all’1,7% della popolazione.

Guarda anche

Castel Volturno – Spaccio ai domiciliari, arrestata. Rinvenuti anche 4mila euro

Castel Volturno – Conclusa a Castel Volturno un’operazione interforze di due giorni, con un servizio …