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ROCCAMONFINA – Torrente Savone: gli interventi Montefusco mettono a rischio preistorici habitat

ROCCAMONFINA – Montefusco come Attila del XXI. Il condottiere Unno montava un cavallo, l’attuale fascia tricolore roccana, una ruspa meccanica.
Potrebbe essere ricordato così l’attuale sindaco di Roccamonfina a causa di alcuni progetti attuati e altri in corso di attuazione? Interventi che mettono a rischio zone naturalistiche di elevato pregio. Il rischio c’è ed è bene evidenziato da Antonio Croce. Potrebbe sparire, per sempre Epipactis maricae, nota in tutto il mondo come l’Epipactis del Savone perchè vive solo qui, tra Roccamonfina e Teano? Vogliamo fare qualcosa per impedire di essere ricordati come gli “attila” del XXI secolo?
Alcuni interventi programmati dall’amministrazione comunale di Roccamonfina lungo il fiume Savone potrebbe danneggiare – con il rischio di perdere per sempre – alcuni habitat giunti fino a noi dalla preistoria. L’allarme è lanciato dall’autorevole voce di Antonio Croce, docente e laureato in Scienze Naturalistiche Botaniche, laureato presso l’Università di Torino. Croce mette in evidenza come la salvaguardia dell’ambiente non si fa solo con le parole, servono invece atti concreti. A Roccamonfina, invece, gli “atti concreti” sembrano andare nella direzione opposto della salvaguardia della biodiversità.

Il documento di Croce:
“Tre sono le aree del Comune di Roccamonfina a maggiore valenza naturalistica: il torrente Savone presso Torano, il crinale calderico e Monte Santa Croce. Si può desumere dagli studi condotti e pubblicati da quasi 25 anni. Sono le aree in cui il comune sta intervenendo, stravolgendo la flora, portando alla scomparsa di specie di notevole importanza, veri gioielli del patrimonio naturale. Specie che vivono nei nostri boschi da secoli o millenni. Così come si consulta un ingegnere, un architetto, un geometra, si dovrebbe consultare un naturalista. Meglio se esperto di conservazione, che almeno sappia orientarsi sulle fonti pubblicate. Quasi sicuramente abbiamo perso l’orchidea Epipactis placentina, osservata in zona solo nella pineta di Monte Santa Croce, il cui sottobosco è stato recentemente alterato, e sul crinale di Monte La Frascara, altrettanto “attenzionato”. E più recentemente è stato oggetto di intervento il Savone presso Torano, che ospita una eccezionale faggeta “abissale”, con tutto il corteggio floristico di faggeta, rilevata negli studi del passato e anche dallo studio naturalistico del Parco RoccamonfinaFoce Garigliano come Habitat di direttiva comunitaria. La faggeta di Torano è più di un bosco, è un monumento, una testimonianza di un’epoca fredda del passato, una reliquia di storia naturale. Tutto il Savone conserva flora e fauna eccezionali e ancora tanto da scoprire. Ma se distruggiamo gli habitat, spariscono le cose pregiate e si diffondono le cose meno preziose.  E gli interventi sui corpi idrici devono tenere conto delle ripercussioni a scala di bacino: per esempio un’alterazione della portata del torrente Savone, soprattutto in questo periodo di siccità, porterebbe al rischio di mettere in crisi e far sparire la felce gigante “preistorica” Woodwardia radicans presente qualche chilometro più a valle, nel comune di Teano. Una specie rara, di interesse comunitario (Direttiva 92/44/CEE) e qui presente nel punto più settentrionale della penisola italiana. O ancora di far sparire Epipactis maricae, nota in tutto il mondo come l’Epipactis del Savone perchè vive solo qui, tra Roccamonfina e Teano?  Vogliamo fare qualcosa per impedire di essere ricordati come gli “attila” del XXI secolo?”.
Questa la nota con cui Antonio Croce lancia l’allarme per i pericoli che corrono alcuni pregevoli siti del territorio lungo i pendii del vulcano Roccamonfina.

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