Teano – “Non è stata dimostrata nessuna prova che la pubblica accusa vuole dare per acclarata. Ci sono impronte non riconducibili agli imputati e in 23 anni non sono stati trovati proprietari di quelle impronte. E questo per un errore metodologico. So di aver combattuto una buona battaglia proprio perché sono convinto della completa innocenza dei signori Mottola”.
Sono parole pronunciate dall’avvocato Francesco Germani – difensore della famiglia Mottola – nel corso della sua arringa difensiva, davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, nell’ambito del processo di Appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce ritrovata cadavere all’interno di un bosco nel 2001. Al termine della sua arringa il difensore dei Mottola, ha chiesto l’assoluzione piena dei propri assistiti. La pubblica accusa, durante la precedente udienza aveva chiesto pesanti condanne per l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, a 24 anni, per sua moglie Annamaria, a 22 anni, e per il loro figlio Marco, a 22 anni. Ora la parola passa ai giudici che il prossimo 12 luglio renderanno pubblica la loro sentenza.
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