I due big della politica regionale (Giovanni Zannini e Gennaro Oliviero) avrebbero trovato un accordo per collocare sulla poltrona dell’ente consortile una figura esterna rispetto ai comuni che compongono il Consorzio Metano. Per molti sarebbe un’offesa e uno scempio, ma se dovesse succedere, allora la colpa sarà soprattutto delle amministrazioni comunali che lo consentiranno.
Appare incredibile quanto sta accadendo al Consorzio intercomunale Campania 25 alto casertano per la distribuzione del gas metano, meglio conosciuto come “Consorzio Metano”. Una vicenda che, al momento sembra tormentare solo i sindaci e i politici del territorio che, come spesso capita, sono molto attenti ai poltronifici e ai carrozzoni incapaci di produrre cose utili per la comunità, ma capaci di produrre profitti e benefici per i politici stessi.
Il “consorzio Metano” è composto da 29 Comuni: Ailano, Alife, Baia e Latina, Caianello, Capriati a Volturno, Castello del Matese, Ciorlano, Conca della Campania, Fontegreca, Gallo Matese, Galluccio, Gioia Sannitica, Letino, Marzano Appio, Piedimonte Matese, Prata Sannita, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Riardo, Rocca d’Evandro, Roccamonfina, S. Ambrogio sul Garigliano, S. Angelo d’Alife, S. Gregorio Matese, S. Pietro Infine, S. Potito Sannitico, Tora e Piccilli, Valle Agricola.
Qualche sera fa era stata convocata dal presidente dell’Assemblea Consortile il sindaco di Riardo, Armando Fusco, l’assemblea ordinaria che prevedeva tra i punti all’ordine del giorno: la Proposta di modifica dello Statuto e il susseguente Rinnovo Consiglio di Amministrazione.
La modifica dello Statuto era necessaria per consentire che la presidenza del consorzio potesse essere affidata anche a figure esterne ai territori dei comuni che fanno parte del consorzio.
Ma perché era necessaria tale modifica dello Statuto?
Perché secondo alcuni saggi, nei territori dei 29 comuni non c’è nessuna persona in grado di ricoprire la carica di presidente del Consorzio Metano. L’onorevole Zannini e l’onorevole Oliviero in base ad un loro accordo hanno individuato in Tommaso De Simone di Teano, già presidente della Camera di commercio di Caserta, l’unico capace di ricoprire tale carica.
Ben 29 amministrazioni comunali, elette dal popolo del loro territorio di appartenenza non sono in grado di individuare un presidente tra i loro cittadini e/o amministratori.
Per molti sindaci e amministratori dei 29 municipi la scelta di affidare la presidenza dell’ente consortile ad una figura esterna – chiunque ella sia – è considerata una offesa verso un intero territorio e chiaramente verso tutti i cittadini dello stesso.
Una logica di spartizione delle poltrone, per la quale bisogna cambiare le regole (lo Statuto) per consentire la nomina di un presidente non del territorio, che porta in poco tempo il sindaco di San Potito Sannitico, Franco Imperatore a passare da presidente della Comunità Montana del Matese a presidente del Consorzio Metano (nonostante che la normativa non consenta ai sindaci di essere eletti nel consiglio di amministrazione) e ad essere contemporaneamente anche a presidente del Gal Alto Casertano. Una logica di spartizione che consente di tenere nel consiglio di amministrazione anche ex sindaci sconfitti alle elezioni di oltre un anno fa (Masiello di Raviscanina). Evidentemente le indennità fanno gola a tanti e le “Caste” vogliono che le poltrone siano ricoperte sempre dalle stesse persone. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” frase del “Gattopardo” sempre attuale.
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