MELONI SPENDE 109 MILIONI AL GIORNO PER LE ARMI, MENTRE LE FAMIGLIE POVERE AUMENTANO

Nel 2024 l’Italia, ha deciso il suo triste governo, spenderà 109 milioni ogni giorni per armi e difesa. Mentre le famiglie italiane sono sempre più povere, mentre ogni lavoratore non riesce a guadagnare il necessario per vivere degnamente il nostro governo, quello guidato da Meloni, spende 40miliardi di euro per produrre nuove armi. Nel 2023 la spesa è stata di quasi 30miliardi. Quindi in questo anno ci sarà un aumento di circa 10miliardi di euro per armi e difesa. Una vergogna assoluta se si pensa a tante famiglie in difficoltà, a tante persone che non riescono a consumare un solo pasto decente al giorno.
Se bastassero le chiacchiere e i proclami a risolvere i problemi l’Italia sarebbe la principale potenze mondiale. Purtroppo i fatti spesso vanno in direzione opposta alle parole e alle promesse. Le famiglie povere aumentano sempre più, soprattutto sono sempre più i lavoratori poveri, cioè coloro che con quanto guadagnano non riescono a far quadrare i conti né a soddisfare le esigenze minime per una vita decorosa.
Sono numeri chiari che inchiodano alle proprie responsabilità il governo italiano guidato da Giorgia Meloni e da tanti parlamentari, senatori, ministri e cortigiani che poco capiscono di ciò che dicono e di ciò che fanno.
I numeri degli ultimi studi dicono che 8,5% delle famiglie italiane si trova in povertà assoluta, con oltre 5,6 milioni di individui coinvolti. Le disuguaglianze sono in crescita: il divario tra i super-ricchi e la restante popolazione si allarga. Non si fanno più figli e a volte si tratta di una scelta economica. Le proiezioni per il 2030 sono drammatiche: 1 famiglia su 10 potrebbe trovarsi in povertà assoluta. Sono numeri del rapporto MCO che evidenzia la necessità di un’azione urgente da parte delle istituzioni per contrastare la povertà e ridurre le disuguaglianze. Sono necessarie politiche sociali ed economiche più efficaci per garantire un tenore di vita dignitoso a tutti i cittadini italiani. I lavoratori poveri rappresentano l’11,5% degli occupati, con un’incidenza quasi doppia nel Mezzogiorno.  Le disuguaglianze sono in crescita: il divario tra i super-ricchi e la restante popolazione si allarga.

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