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L’Italia fuori dagli europei, certificata la crisi strutturale del calcio nazionale

(di Achille Natalizio) – Sono finiti gli Europei per l’Italia e, come è chiaro a tutti, sono finiti nel peggiore dei modi. Quattro partite giocate e salvo 20 minuti contro Albania  e Croazia una desolazione assoluta. E’ partita subito, ovviamente, la caccia ai responsabili e tutti hanno spiegazioni del perché di questa débâcle. Spalletti e le convocazioni sbagliate. Mancanza di un modulo fisso. Poi I calciatori sfiduciati e svogliati. La mancanza di giocatori di qualità. L’ ingombrante presenza di calciatori stranieri nel nostro campionato. La mancanza di coraggio nel lanciare I giovani. ecc. ecc. Tutto parzialmente vero ma, appunto, tutto parte di una verità’. Forse allora c’è bisogno di una visione di insieme più oggettiva. L’ Italia, tradizionalmente è una delle potenze mondiali del calcio: abbiamo vinto 4 mondiali e disputate altrettanti tra finali e semifinali.  Solo Brasile e forse Germania hanno un curriculum come il nostro. Eppure dal 2010 l’Italia o non si qualifica o non supera il primo turno ai mondiali. Siamo stati eliminati da Costarica e Macedonia, nazioni che non compaiono in nessun  almanacco del calcio. Dunque la prima cosa da capire e ammettere  è che siamo di fronte ad una crisi STRUTTURALE del calcio nazionale.  FIGC e Lega di seri A sono anni che litigano a sangue tra di loro. La Nazionale viene vista dai club come un fastidio e non una occasione di crescita del calcio. I settori giovanili di tutte le società, esclusa qualche lodevole eccezione languono e quando pure, questi settori producono ottime promesse, vederli esordire in prima squadra diventa una chimera, perché i grandi club preferiscono svenarsi per comprare campioni di tutto il mondo, portando i club su passività spaventose. E tutto questo nella indifferenza della FIGC e col sostegno OTTUSO della stessa stampa che oggi blaterai e straparla dei pessimi risultati ottenuti.