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CELLOLE – Ruspe sulle dune e lavori misteriosi. Scatta la denuncia di Legambiente. Che c’entra il cartello della chiesa medievale? Mistificazione o mero errore?

CELLOLE – Le foto allegate al termine di questo modesto articolo spiegano meglio di ogni altra cosa la vicenda. Il cartello parla di lavori presso una chiesa medievale mentre, in realtà, si sta operando sulla spiaggia e sulle dune sulle quali esistono tanti vincoli e protezioni. E’ un mero errore quel cartello? Oppure è un tentativo di mistificazione per nascondere qualcosa?
Quale è l’impresa che sta eseguendo i lavori? Chi è il direttore dei lavori? Gli stessi indicati nel cartello di cantiere relativo alla chiesa in centro storico? Come mai quando c’è di mezzo la trasparenza, a Cellole, si fa sempre fatica a comprendere? Quei lavori hanno tutte le autorizzazioni previste?
I lavori per la realizzazione di una passerella in legno capace di attraversare le dune di Cellole vanno avanti spediti e sollevano polemiche e domande. Cercano di fare chiarezza i vertici di Legambiente, con sede in Sessa Aurunca, che hanno inoltrato una precisa segnalazione denuncia ai Carabinieri Forestali, alla Guardia Costiera e alla Soprintendenza. Denuncia in merito ai lavori in prossimità delle dune del comune di Cellole, lavori con cui l’amministrazione comunale intende realizzare anche un laghetto artificiale. Lavori che secondo Carmine Venasco, responsabile Legambiente Sessa Aurunca, starebbero arrecando gravi danni al sistema dunale che è area protetta.  Dalla documentazione fotografica sono evidenti i segni di mezzi meccanici che attraversano le dune ed i pali di notevoli dimensioni che sono stati inseriti in profondità nelle dune minacciandone inevitabilmente la stabilità e la coesione. Le dune sono tutelate dalla Direttiva “Habitat” 92/43/CEE All. I, come tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione. la regolamentazione delle forme di utilizzo delle aree marino-costiere e del demanio marittimo contribuisce a difendere le coste dai fenomeni naturali di erosione, dal rischio idrogeologico e da forme di utilizzo improprio delle risorse naturali, restituendo centralità alla tutela del mare, il cui “buono stato ecologico” è fondamentale per la salute umana e la salvaguardia degli ecosistemi e per l’economia secondo le linee d’indirizzo recate dalla Direttiva Europea 2008/56/EC sulla strategia marina, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 190 del 13 ottobre 2010, per cui l’utilizzo delle risorsa marino costiera deve realizzarsi secondo i principi dello “sviluppo sostenibile”, salvaguardandone il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future.
Toccherà ora alle autorità preposte indagare per chiarire la fondatezza del ricorso presentato da Legambiente e accertare eventuali abusi e violazioni. Intanto l’amministrazione comunale potrebbe iniziare a dare un esempio concreto pubblicando tutti i permessi relativi al progetto, la ditta esecutrice dell’opera, l’importo dell’intervento e ogni altra cosa capace di fare chiarezza. Servono, chiaramente, i documenti, non possono bastare i soliti post social sotto i quali i tifosi scatenano i loro like.

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