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Sessa Aurunca – Tartufi, 100 mila euro dalla regione per il fungo misterioso mentre la festa della Tammorra è costretta a trovare i fondi con gli sponsor

Sessa Aurunca ( di Tommasina Casale) – Nel magico mondo dell’assegnazione dei fondi pubblici, la regione Campania ha deciso di investire 100 mila euro in una manifestazione dedicata al tartufo a Sessa Aurunca. Ora, chi tra di noi non ha mai associato questa pittoresca cittadina al delizioso fungo sotterraneo? Come dimenticare quei secoli di tradizione tartufaia sessana? Ci immaginiamo la sorpresa degli abitanti quando hanno scoperto di vivere in una nuova capitale del tartufo. E mentre tutti si grattano la testa, la vera domanda è: “perché i fondi non sono stati destinati a qualcosa di più rappresentativo come la Festa della Tammorra?”. La Festa della Tammorra, che quest’anno raddoppia le sue serate da tre a sei, è una manifestazione che celebra le tradizioni popolari di Sessa Aurunca e dell’intero territorio. È un evento che, a differenza del misterioso tartufo locale, ha radici profonde e autentiche nella cultura del posto. Con un costo di circa 200 mila euro, la maggior parte dei quali coperti dagli sponsor trovati dagli organizzatori, e un contributo da parte del comune di cui siamo tutti curiosi di conoscere l’entità, questa festa attira migliaia di persone da ogni dove. Eppure, nonostante l’indiscutibile valore culturale e turistico della Tammorra, sembra che l’amministrazione abbia deciso di riservare fondi significativi ad altri eventi meno radicati nella tradizione locale. Prendiamo ad esempio il Visione City Festival, che con un costo di circa 60 mila euro ha recentemente ricevuto ulteriori 10 mila euro, o il cineforum che si è beccato, con annessi e connessi, una cifra consistente nonostante è stato un evento per pochi intimi. Viene naturale chiedersi: se la Festa della Tammorra porta migliaia di persone e rappresenta un pilastro della cultura locale, non meriterebbe forse una fetta più sostanziosa del bilancio comunale? Forse, in un mondo ideale, l’amministrazione dovrebbe destinare risorse in base alla caratura e all’impatto delle manifestazioni. Ma in questo caso, sembra che il tartufo, nonostante la sua assenza storica dalla zona, abbia avuto la meglio. Siamo tutti in attesa del giorno in cui Sessa Aurunca diventerà una meta ambita per i cercatori di tartufi da tutto il mondo. Nel frattempo, non ci resta che goderci la musica e i balli della Tammorra, con la speranza che in futuro i finanziamenti vadano a sostenere le vere tradizioni popolari. Chissà, magari la prossima mossa sarà una manifestazione dedicata al salmone dell’Appennino campano o alla raccolta delle arance nel circolo polare artico. In questo scenario, nulla sembra impossibile.

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