CELLOLE – Omicidio Caprio: la moglie del carabiniere e le 2500 telefonate a Pietro. Troppi misteri

CELLOLE – Una donna di Cellole la più cercata da Pietro. Poco meno di tremila telefonate in 10 mesi fra i due. Poi, qualche giorno prima dell’omicidio, stop alle comunicazioni. Il marito è un carabinieri che si presenta a casa della vittima durante la perquisizione, spacciandosi per un amico. Poi c’è la terza auto sulla scena del delitto, intestata da un parente della donna, moglie del maresciallo. Insomma, nulla da invidiare alla trama di un film giallo.
“Amica” preferita:
Nella vita di Pietro Caprio c’erano – negli ultimi tempi – almeno tre donne con le quali la vittima intratteneva, come scrivono gli investigatori, relazioni sentimentali. Fra loro c’è una donna di Cellole con la quale Pietro scambiò, nel periodo compreso fra gennaio e i primi giorni di novembre 2023, oltre 2.500 telefonate. Un numero abnorme se confrontato con altre persone contattate nello stesso periodo da Caprio. La figura della donna cellolese e il suo ruolo nella vicenda del delitto, ad un primo esame degli atti, appaiono intrigati e per certi versi inspiegabili e misteriosi. Così come appare inspiegabile la ragione per la quale le telefonate fra Pietro e la donna si interrompono, del tutto, improvvisamente, qualche giorno prima dell’omicidio.
Il marito carabiniere:
il coniuge della donna è anche lui di Cellole ed è un maresciallo dei carabinieri in servizio presso altra compagnia (quindi non quella di Sessa Aurunca). La mattina del 4 novembre 2023 – poco dopo la scoperta del cadavere carbonizzato – quando i carabinieri arrivarono presso l’abitazione di Pietro Caprio per effettuare una perquisizione, il marito della signora era già dinnanzi la casa e si presentò ai suoi colleghi come un amico della famiglia Caprio. Chiese poi ai militari operanti cosa fosse successo e perché dovevano perquisire quella casa. Ricevuta la spiegazione andò via. Le successive indagini hanno accertato che non esisteva alcun legame di amicizia – contrariamente a quanto affermato dal maresciallo – fra la famiglia Caprio e il carabiniere. Unico legame era quello della moglie (la donna delle 2.500 telefonate) con la vittima.
Le armi:
Il maresciallo possiede due fucili da caccia e diverse altri armi, oltre alla pistola di ordinanza. Pietro Caprio è stato ucciso con un fucile da caccia. Secondo gli investigatori con il fucile di Angelo Gentile (difeso dall’avvocato Gabriele Gallo) ultraottantenne residente proprio nella zona dove è avvenuto il delitto. Tuttavia, in linea generale, i fucili da caccia essendo armi a canna liscia non è possibile stabilire con certezza quale arma abbia sparato il colpo mortale.
La terza macchina sul luogo del delitto e di un parente della donna:
C’è anche una relazione fra la donna (dalle 2.500 telefonate a Pietro) e la terza vettura vista sul luogo del delitto. Infatti, la Fiat Multipla che entra nella strada dove giaceva Pietro carbonizzato – un’ora dopo l’uccisione del professore – è intestata ad un cugino della donna con cui, secondo gli inquirenti, Pietro aveva una relazione. La vettura era stata prestata ad un uomo che sentito dai carabinieri afferma di essere entrato in quella strada per cercare funghi e di non aver visto né l’auto in fiamme, né il cadavere di Pietro.

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