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PEDOFILO UCCISO PER VENDETTA: il padre della vittima accusato di aver pagato i killer

Frasso Telesino / Sant’Agata dei Goti / San Felice a Cancello – La Procura di Benevento chiede il rinvio a giudizio di Lucio Iorillo, 64enne di Frasso Telesino, quale mandante dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore ucciso a 45 anni nel luglio del 2018.  La vittima era da poco uscita di galera dopo aver scontato una condanna per abusi sessuali nei confronti di una minorenne, figlia dell’indagato, che poi si tolse la vita.  Il pm è convinto che Iorillo avrebbe organizzato l’omicidio dietro il pagamento di una cospicua somma di denaro, circa 20mila euro, in parte versata ai presunti killer.
La vicenda:
L’omicidio di Giuseppe Matarazzo resta, al momento,  senza un colpevole. La Corte d’Assise d’Appello ha assolto i due imputati: il sanfeliciano Generoso Nasta e Giuseppe Massaro di Sant’Agata de’ Goti. Ribaltato il verdetto di primo grado quando i due vennero condannati all’ergastolo.  La Cassazione ha accolto il ricorso della Procura e per questo dovrebbe esserci un nuovo processo di Appello a carico dei due accusati.
Matarazzo venne ucciso nel luglio 2018 a Frasso Telesino. Secondo la ricostruzione, Massaro avrebbe fornito l’arma, una 357 Magnum, e l’auto utilizzata per commettere l’agguato, una Croma, guidata poi da Nasta. I due avrebbero ricevuto in cambio della loro opera soldi (circa 13mila euro). A fare da sfondo al delitto una vicenda torbida. Matarazzo era stato scarcerato da circa un mese dopo aver scontato 11 anni di carcere perché riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni di una ragazzina che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero a soli 15 anni. Per la Procura l’omicidio sarebbe stato commissionato per vendetta.

La storia:
Aveva violentato una ragazzina che si uccise impiccandosi ad un albero. Fu crivellato di colpi appena uscito dal carcere. Secondo la ricostruzione del tribunale di primo grado, Massaro avrebbe fornito l’arma, una 357 Magnum, e l’auto utilizzata per commettere l’agguato, una Croma, guidata poi da Nasta. Qualcuno attese con pazienza l’uscita dal carcere dell’ex pastore, Giuseppe Matarazzo, di 45 anni, di Frasso Telesino, per ucciderlo. Matarazzo fu condannato a 11 anni e 6 mesi dalla Corte di Appello di Napoli per violenza sessuale nei confronti di una 15enne del posto, sua vicina di casa. La ragazza non superò mai quell’abuso e dopo qualche tempo si suicidò. Matarazzo era uscito da pochi giorni dal carcere, grazie ad un permesso, era andato a dormire nella sua casa, in contrada Selva.  Qui, qualcuno, lo attese e uccise con diversi colpi di pistola. Matarazzo era finito in carcere il 4 marzo del 2009, quando fu arrestato nel corso delle indagini sul suicidio della ragazza, una sua vicina di casa. Grazie anche alle ammissioni di alcune amiche, i carabinieri scoprirono che la giovane, infatuatasi non ancora 14enne di Matarazzo, ne subiva gli abusi da due anni. Prima di lei anche la sorella era stata violentata dal vicino di casa.

 

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