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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Estorsioni, arrestate 14 persone, c’è anche un avvocato

SANTA MARIA CAPUA VETERE –  In data odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 14 persone gravemente indiziate del delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso, nonché, alcuni fra essi, altresì di quelli di omicidio, estorsione aggravata, porto e detenzione illegali di armi da sparo. Gli arrestati si identificano in:

–          AVERSAIMO Vincenzo, classe 1958, alias “zig-zag” e “o’ mussuto”, quale promotore dell’omonimo sodalizio;

–          CHIACCHIO Raffaele, classe 1965, alias “gnucchetiello”, quale promotore sodalizio “Aversano”;

–          CRASH Gennaro, classe 1968, alias “o’ pezzotto”;

–          DI NARDO Franco, classe 1968, alias “Francuccio settepistole”;

–          GERVASIO Antimo, classe 1972, alias “Antimuccio o’ russ”;

–          GERVASIO Domenico, classe 1949, alias “Mimi e’ Carditello”;

–          LAEZZA Mario, classe 1962, alias “Marittiello”;

–          LAMANNA Salvatore, classe 1986, alias “Totoriello”;

–          LUPOLI Mario, classe 1961, (non indagato per il delitto di cui all’a. 416-bis c.p.)

–          MARCHESE Ciro, classe 1959, alias “Giritiello”;

–          MORLANDO Antimo, classe 1961, alias “a’ muda” e “a’ mucella”;

–          NAPOLITANO Ciro, classe 1978, alias “Lapin”;

–          NEVISCHIO Anastasio, classe 1973;

–          STABILE Giuseppe, classe 1965, avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere.

L’indagine, secondo le valutazioni del Giudice, ha consentito, almeno in termini di appagante gravità indiziaria, di:  comprovare l’esistenza di una associazione criminosa armata, di tipo mafioso, promossa, capeggiata e diretta da AVERSANO Vincenzo, AVERSANO Giovanni e CHIACCHIO Raffaele, finalizzata ad acquisire la gestione ed il controllo delle attività economiche nell’ambito del comune di Grumo Nevano e nei territori limitrofi;   tracciare con chiarezza le gerarchie ed i ruoli rivestiti da ciascuno nell’ambito del sodalizio criminale, con particolare riferimento al ruolo svolto da AVERSANO Vincenzo nella sua qualità di esponente di vertice del clan camorristico omonimo, riconosciuto inoltre quale mandante dell’omicidio di TRAMONTANO Giovanni, avvenuto in Grumo Nevano il 28.10.2000 nell’ambito della faida per il controllo delle attività illecite in quell’area; ricostruire alcune delle condotte estorsive poste in essere dagli affiliati nei confronti di diversi operatori commerciali ed imprenditori della zona nel contesto della pesante pressione intimidatoria gravante sugli operatori economici della zona, cosi come, in particolare, evidenziato nei confronti di AVERSANO Vincenzo, CHIACCHIO Raffaele, GERVASIO Domenico e MASELLA Giannatonio, con riferimento alla tentata estorsione in danno di SALMA Andrea ; Inoltre, emergeva l’operatività dell’organizzazione criminale anche nell’imposizione dell’acquisto di prodotti commerciali da fornitori compiacenti, come evidenziato dalie condotte ascrivibili a GERVASIO Antimo e LUPOLI Mario, ritenuti responsabili della richiesta estorsiva nei confronti di CANFORA Andrea, titolare dell’esercizio commerciale denominato “Sapore di Pane” di Grumo Nevano.  Il vincolo di solidarietà criminale esistente tra i membri dell’associazione rilevava ulteriormente nelle narrazioni riguardanti le condotte illecite poste in essere per scagionare PACIOLLA Antonio dall’accusa del tentato omicidio in pregiudizio di BUONOMO Angelo, avvenuto in Frattamaggiore in data 19.2.2006. In particolare, AVERSANO Vincenzo e GERVASIO Domenico , attraverso la forza intimidatrice derivante dalla loro appartenenza al Clan Aversano, inducevano il Buonuomo a ritrattare le dichiarazioni accusatorie già rese nei confronti del predetto affiliato. Tra gli appartenenti al sodalizio emergeva la figura dell’avvocato Giuseppe STABILE, il quale risulta, attraverso plurime e concordanti fonti di prova, aver da molti hanno assunto un ruolo di consapevole, diretta e stabile partecipazione alle attività delittuose del sodalizio, realizzata anche piegando a ciò strumentalmente le funzioni di difensore.

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