Casaluce / Grosseto – Le investigazioni si sono incentrate sull’amministratore di una società già condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver agevolato il gruppo criminale di Vincenzo Zagaria, secondo l’impianto accusatorio il clan dei Casalesi riciclava denaro nelle imprese edili in Toscana. La procura antimafia di Firenze ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 17 persone tra imprenditori e amministratori, ritenuti contigui al clan camorristico, che avrebbero operato prevalentemente in Toscana, pur essendo attivi in tutta Italia. Sono tutti residenti fra le province di Grosseto, Caserta, Roma, Pordenone, Messina, Massa Carrara, Brescia, Vicenza e Trento. Le investigazioni si sono incentrate su Francesco Fabozzo, originario di Casaluce e trapiantato a Grosseto, amministratore della società Delta Costruzioni, già condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con sentenza definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver agevolato il gruppo criminale di Vincenzo Zagaria. Nell’inchiesta sono coinvolte anche due imprese edili con sede a Grosseto, la Delfa costruzioni e la Effe2 Costruzioni indagate per illecito amministrativo commesso dagli amministratori. Fabozzo, ritiene la Procura, con il supporto dei figli Luigi e Teresa, avrebbe impiegato nella sua azienda quasi 300mila euro, denaro proveniente da presunte attività illecite commesse da Vincenzo Ferri, che nel clan dei Casalesi avrebbe avuto il ruolo di gestire società cartiere dedite alla falsa fatturazione. Anche Ferri è già coinvolto in indagini in materia di criminalità organizzata di matrice camorristica.