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CAPUA – Laghi dei veleni, la senatrice Capacchione riapre il caso. Le forze dell’ordine tornino a scavare

CAPUA – Sono centinaia, forse 500: numero più, numero meno. Ma nessuno sa che fine abbiano fatto i bidoni di rifiuti tossici trovati a Sant’Angelo in Formis, una frazione di Capua. Il laghetto del veleni di Casa Cerere, conosciuto anche come località Purgatorio, è una zona di Sant’Angelo in Formis, dove sono stati occultati per anni centinaia di bidoni pericolosi. Anni fa un’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha fatto scoprire il laghetto degli orrori. “Non solo diverse tonnellate di rifiuti solidi urbani – racconta nel 2011 al Corriere del Mezzogiorno l’ex pm Ceglie – ma anche numerosissimi bidoni metallici contenenti scarti industriali assai pericolosi per la salute, che si accertò essere provenienti da aziende del Nord Italia e dall’estero. In pratica, quella sorta di lago era stato trasformato in un’enorme discarica abusiva”.
Il processo? “Si concluse qualche anno dopo con una condanna per i proprietari dell’area e con l’ingiunzione alla bonifica del sito: ma fino ad oggi nemmeno uno dei fusti tossici è stato ancora rimosso”, scriveva il Corriere del Mezzogiorno il 10 ottobre 2011.
La senatrice Rosaria Capacchione sul suo blog rilancia l’allarme e scrive di 25 anni di denunce , indagini della magistratura e di ritrovamenti di fusti tossici ovunque sin dall’estate del 1988: a Casal di Principe, Villa di Briano, Villa Literno, Castel Volturno, Grazzanise, Santa Maria la Fossa, tra Marcianise e Maddaloni, nell’area industriale di Aversa e in quella di Pascarola – a pochi passi dalla parrocchia di don Maurizio Patriciello. Rifiuti pericolosi sono stati trovati anche nelle cave di tufo che costeggiano i tracciati della superstrada Nola-Villa Literno. E poi la Capacchione parla di quella che definisce la discarica dei veleni più grande di tutta la Terra dei Veleni. “Eppure io li vidi: era una mattina grigia e piovosa di quasi dieci anni fa e il fiume (ndr Volturno) che si era ritirato dopo la piena aveva portato in superficie centinaia e centinaia di bidoni – alcuni sigillati, altri corrosi dalla ruggine – arrivati da chissà quale industria chimica e fatti sparire nel laghetto. Quella di Purgatorio è la discarica più grande di rifiuti tossici trovata nella terra dei veleni. Scorie chimiche nascoste dall’acqua del laghetto artificiale che si era formato dopo l’estrazione della sabbia”.
Che fine hanno fatto quelle centinaia e centinaia di fusti? Perché non ne abbiamo saputo niente? C’è chi dice che siano stati immediatamente rimossi. Chi invece afferma che si siano dispersi lungo il fiume Volturno dopo una esondazione. E chi invece (molti) sostengono che siano ancora lì. Apriamo un altro caso Resit, un altro caso Casal di Principe, a Sant’Angelo in Formis e stavolta senza perdere più tempo. Senza aspettare ulteriori dichiarazioni dei pentiti. Non ne abbiamo bisogno. Verifichiamo nell’immediato se i fusti sono ancora lì, o, altrimenti, dove sono stati portati e quali veleni stanno mangiando, bevendo, respirando da anni gli abitanti di una zona comunque mai bonificata. I cittadini di Sant’Angelo in Formis, di Capua e Santa Maria Capua Vetere vogliono indagini immediate.

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un commento

  1. Mario De Rosa - Forum Ambiente Vitulazio

    Anche Vitulazio e Bellona sono vicinissimi al laghetto dei veleni e reclamano la verità. Emerge sempre più la responsabilità di uomini che occupano indegnamente ruoli istituzionali; sono questi che screditano le istituzioni.
    Devono pagare politicamente, ma anche penalmente e civilmente per il danno all’ambiente e alla salute dei cittadini.
    La magistratura deve attivarsi per verificare se l’avvelenamento c’è stato e chi ne è responsabile.