BELLONA – Assolto in primo grado dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere viene condannato alla pena di 6 anni di reclusione dalla Corte di Appello di Appello di Napoli per violenza sessuale nei confronti di minore. Si è svolto ieri l’appello dinnanzi alla Quinta Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli nei confronti di un uomo di 54 anni Burlaco Costel, residente a Bellona. L’uomo era stato accusato di atti di violenza sessuale nei confronti di una bambina, figlia di amici di famiglia, perpetrati dall’anno 2013 all’anno 2018, in occasione di pernottamenti della minore presso la sua abitazione. Le indagini venivano curate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e svolte dal Comando dei Carabinieri di Vitulazio – guidati dal luogotenende Iannarella – e portavano all’arresto dell’indagato nell’anno 2019: misura cautelare degli arresti domiciliari poi revocata. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con sentenza del luglio 2020, assolveva l’imputato, ed avverso tale decisione veniva proposto appello dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nonché dai procuratori e difensori della persona offesa, l’avv. Giuseppe Ugo De Rosa e l’avv. Giuseppe Stellato. La Corte di Appello partenopea, all’esito dell’udienza del 25.03.2024, ha riformato la sentenza di primo grado e, ribaltando il verdetto del primo giudice, ha condannato l’imputato a 6 anni di reclusione. La Corte si è riservata di depositare la sentenza in 90 giorni. Sentenza non definitiva.
La vicenda:
Nella giornata del 17 aprile 2019, il GIP del Tribunale di S. Maria C.V., successivamente al decreto di fermo disposto dal P.M. della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha applicato la misura degli arresti domiciliari a carico di BURLACU Costel, cittadino rumeno residente a Bellona. Il fermo del P.M. seguiva ad una serrata e celere indagine delegata ai Carabinieri della Stazione di Vitulazio, originata dalla denuncia sporta, in data 22 marzo 2019, dai genitori di una minorenne, di 13 anni di età, i quali riferivano quanto appreso dalla figlia: in particolare si appurava che il BURLACU Costel, a partire dal 2013 e fino a ottobre 2018, aveva costretto la minorenne a subire ripetuti atti sessuali, rivelati dalla ragazza soltanto nel mese di marzo scorso, allorché riusciva a confidare ai genitori la pregressa terribile esperienza. Alla denuncia dei genitori seguiva l’audizione della vittima minorenne, la quale confermava le circostanze al Pubblico Ministero, fornendo altresi preziosi dettagli atti a confortare le sue dichiarazioni e l’intero quadro probatorio. Una volta raccolti elementi gravemente indiziari nei confronti dell’indagato, persona che peraltro aveva sovente relazioni con altri minorenni, veniva disposto ilfermo del BURLACU. Nel corso dell’esecuzione del fermo si procedeva a contestuale perquisizione domiciliare e dell’autovettura in uso al BURLACU Costel e, nell’occasione, veniva sequestrato un sistema di registrazione per videosorveglianza nonché uno sfollagente telescopico in ferro, ragione per cui si procedeva anche per il reato di cui all’art. 4 della legge n. 110/1975.