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Cellole / Francolise – Infermiera accusa l’amante di stalking e sequestro di persona: lui assolto lei sotto processo per falsa testimonianza

Cellole / Francolise – La vicenda molto incresciosa e grave trae origine da una denuncia – di alcuni anni fa -per stalking ed interferenza illecita nella vita privata altrui sporta dalla signora Lippiello Franca di Francolise, infermiere presso il San Rocco di Sessa Aurunca, contro un suo collega di lavoro Federico Fascitiello, di Cellole. Quest’ultimo, in ragione proprio della denuncia della donna, veniva indagato e processato innanzi al Giudice Monocratico di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo, difeso dall’Avvocato Lorenzo Montecuollo, riusciva nel processo a suo carico, a dimostrare la sua innocenza- tanto da risultare assolto – e ad inchiodare la presunta vittima di stalking incappata in numerose contraddizioni, falsità e strane rimozioni. In particolare la donna – sia in sede di querela che in sede di escussione dibattimentale – dichiarava di non aver mai prestato il proprio consenso a farsi immortalare fotograficamente in pose intime o addirittura di non riconoscersi proprio nelle foto prodotte dalla difesa del Fascitiello. Dichiarazione smentita dalle foto stesse e dalle pose assunte della stessa donna ma soprattutto dal video prodotto e – visionato nel processo nel contradditorio delle parti – dalla difesa dell’imputato ove si vede la presunta vittima di stalking mettersi in posa, farsi fotografare con macchina professionale, ridere e commentare le foto stesse appena fatte sul letto! Ed infatti il Giudice all’udienza in cui avvenne la visione del video dava conto di ciò e testualmente chiosava: “diamo atto che effettivamente si vede una signora che sembra essere la Lippiello ripresa tra l’altro proprio di spalle in una di quelle pose che sembra essere una delle fotografie che sono state acquisite mentre si trova in ginocchio sul letto di spalle e diamo atto che il filmino riprende il Fasctiello che scatta foto alla signora che e’ assolutamente consapevole e consenziente, fotografie che vengono riviste e commentate insieme. fotografie fatte con macchina digitale anche con l’obiettivo grande assolutamente”.
La Lippiello veniva quindi sbugiardata drammaticamente in udienza tanto che il Giudice in sentenza evidenziava che “pietra tombale sulla credibilità della Lippiello Franca e’ rappresentata da filmati visionati in aula che la riprendono consapevolmente e volontariamente mentre si fa fotografare sul letto e con indosso solo slip, dopo aver negato categoricamente durante il suo esame testimoniale di aver dato il consenso a tali riprese, anzi dichiarando addirittura di non riconoscersi. Condotta ancora più censurabile se si considera che la stessa aveva potuto beneficiare dell’interruzione dell’udienza, che era stata sospesa proprio su tale questione, e rinviata di molti mesi, avendo la teste avuto molto tempo per soppesare le sue risposte. Nè tale negazione trova giustificazione in una forma di pudicizia posto che la Lippiello è donna matura, disinibita, di larghe vedute tanto da essere aperta ad un rapporto di coppia libero, che ha tranquillamente assistito alle udienze ove la sua vita privata e sessuale veniva scandagliata, guardando i filmati davanti al marito!”.
Dopo l’assoluzione il Fascitiello, per il tramite del suo legale di fiducia, sporgeva presso il commissariato di Polizia di Sessa Aurunca una corposa denuncia – querela per  falsa testimonianza e calunnia e così si incardinava procedimento penale contro la Signora Lippiello Franca, prima indagata e poi imputata avendo il Pubblico Ministero avanzato per la stessa la richiesta di rinvio a giudizio. In sede di udienza preliminare, dopo la discussione dell’accusa, del difensore della parte civile Avv. Lorenzo Montecuollo e dei difensori dell’imputata Torelli Emilia e Razzino Eduardo, il Giudice per l’udienza preliminare non proscioglieva la signora Lippiello e quindi decideva per il rinvio a giudizio per il reato di falsa testimonianza. Per la calunnia invece la signora ha beneficiato della prescrizione. Ora la palla passa al giudice monocratico per l’istruttoria dibattimentale e quindi la decisione. Una vicenda inquietante che pone l’accento anche sul fenomeno allarmante e trascurato delle false accuse in tema di stalking e del pregiudizio coltivato ai danni di uomini. Nel capo di imputazione il P.M. contesta alla Lippiello anche altra falsa circostanza (denunciata e dichiarata in dibattimento) che la vedeva vittima di un presunto sequestro di 5 ore presso L’Ospedale ad opera del Fascitiello. Circostanza già smentita nel giudizio presupposto da tutti i colleghi di reparto della signora. Quest’ultima avrebbe dichiarato che non avrebbe urlato in quell’occasione per sottrarsi al sequestro per non far sapere della relazione ai colleghi quando il Giudice in sentenza definisce  sarcasticamente tale rapporto “il segreto di Pulcinella” visto che tutti in ospedale ne erano a conoscenza! Anche da questo dovrà difendersi la donna in dibattimento.

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