La famiglia Mottola ascolta la sentenza del giudice

TEANO  – Omicidio Mollicone, la testimonianza del carabiniere che smentisce l’accusa contro i Mottola

Teano – “Tuzi non mi disse di aver visto Serena entrare in caserma. Non me lo disse mai neanche mentre facevano le ricerche”. Così l’appuntato dei carabinieri Emilio Cuomo, davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma dove è in corso il processo di secondo grado per l’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne di Arce uccisa nel 2001.
E’ stata una testimonianza importante quella, fatta pochi giorni fa davanti ai giudici dell’Appello di Roma, dell’appuntato dei carabinieri Emilio Cuomo. Interrogato dai giudici in merito alle dichiarazioni rese dal brigadiere Santino Tuzi, è il carabiniere che si suicidò nel 2008 dopo aver rivelato di aver visto Serena entrare in caserma la mattina del primo giugno. “A me non l’ha mai detto”, ha affermato  Cuomo, davanti alla Corte d’Appello di Roma. “Quella notte, racconta, Arrivammo ad Arce intorno a mezzanotte e mezza. Fuori dalla caserma c’erano due persone. Tuzi le conosceva: erano Guglielmo Mollicone, il papà di Serena e lo zio Antonio. Dopo pochi minuti arrivò in auto il maresciallo Franco Mottola, il comandante insieme alla moglie, Anna Maria. Poi Tuzi e io andammo al comando di Pontecorvo per estendere le ricerche a livello nazionale”. Il secondo testimone dopo l’appuntato Cuomo è Pasquale Simone, un meccanico. Si parla ancora della sera del 1^ giugno. Simone fu chiamato da Guglielmo Mollicone preoccupato per la scomparsa della figlia e lo accompagnò in caserma. Una testimonianza con molti non ricordo, “sono passati tanti anni” – ammette anche la Procura generale. Quasi 23 anni e l’omicidio di Serena è ancora un caso irrisolto.  Nel processo sono imputati il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria, accusati di concorso nell’omicidio insieme al carabiniere Vincenzo Quatrale. Un altro carabiniere, Francesco Suprano, è invece accusato di favoreggiamento.

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