Pietramelara / Baia e Latina – E’ stata accolta l’opposizione avanzata dai legali della famiglia D’Onofrio, il giudice ha ordinato al Pubblico Ministero, che chiedeva l’archiviazione del caso, un supplemento di indagine. Chi guidava l’auto nella quale viaggiavano i due amici minorenni, quindi senza patente, quella sera del tragico incidente? Proprio per fugare ogni dubbio il giudice, al termine dell’udienza camerale di pochi giorni fa, ha deciso che serve indagare ancora.
La questione non è di poco conto, almeno sotto il profilo economico. Infatti, per la famiglia della vittima, c’è in ballo un risarcimento milionario. Risarcimento che potrebbe arrivare solo se sarà dimostrato che alla guida di quell’auto c’era l’amico sopravvissuto e non il 17enne morto. Il pubblico ministero ha confermato la sua richiesta di archiviazione, mentre i difensori della famiglia D’Onofrio – gli avvocati Emanuele Sasso e Francesco Moronese – hanno prodotto atto di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero della procura di Santa Maria Capua Vetere. A sostegno della propria tesi hanno depositato due consulenze tecniche a firma di Magliocca e Monfreda per spiegare la compatibilità di Francesco D’Onofrio come passeggero e non come conducente. Opposizione accolta. Ora la parola torna alla Procura della Repubblica.
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