Bellona / Vitulazio – La sua vicina di casa è un’autentica tentazione per lui. Perseguitarla è proprio una cosa di cui non riesce a fare a meno. Non è bastata la condanna a quasi due anni di reclusione e gli arresti domiciliari per scontare la stessa pena. La lezione non sembra aver insegnato nulla all’uomo che ha continuato a perseguitare la sua vicina di casa, la stessa che lo denunciò oltre un anno fa determinando poi la condanna dell’uomo. Oggi, i carabinieri della stazione di Vitulazio, guidati dal luogo tenente Iannarella, hanno eseguito l’ordine di carcerazione di un 30enne del posto, accusato di molestare e perseguitare, attraverso il telefono e il social, la sua “vittima preferita”: la ragazza vicina di casa. La denuncia della vittima ha innescato le indagini dei carabinieri che in poco tempo hanno raccolte le prove necessarie per inchiodare l’indagato alle proprie responsabilità. Così Andrea Giuliano di Bellona, perde i benefici degli arresti domiciliari e torna in cella.
La vicenda:
Tutto prende corpo a metà dello scorso mese di settembre 2022, quando i carabinieri arrestano in flagranza di reato Andrea Giuliano mentre lanciava sassi e altre cose all’interno del giardino della sua “amata”. Un amore non corrisposto fu alla base dell’arresto. Lui, 31 anni, era perdutamente innamorato della sua vicina di casa, di 24 anni. Lui disoccupato, lei studentessa universitaria. Per molto tempo il giovane ha corteggiato la ragazza ricevendo sempre precisi rifiuti. Ma lui non si è arreso. Quando ha capito che il rifiuto della ragazza era insormontabile, allora è diventato uno stalker. Ha cominciato a perseguitarla sui social, ha creato profili falsi con i quali cercava di contattarla, cercando anche di ottenere l’amicizia dei compagni della vittima. Con il passare del tempo Giuliano è diventato più violento; infatti, come segno di “profondo amore” ha iniziato a scagliare nel cortile e nel giardino della ragazza grossi sassi, pezzi di cemento, mattoni, e ogni altra cosa che riusciva ad avere fra le mani. La ragazza era terrorizzata da questo atteggiamento tanto da rinunciare anche ad andare all’università, non usciva più con gli amici, restava sempre chiusa in casa. Poi la denuncia, e il processo con la condanna definitiva a circa due anni di reclusione
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