“Braciata” sul Monte Tifata, condannati due 30enni: 1 anno e 9 mesi di carcere

Caserta / Capua / Casagiove / San Prisco  – Si è concluso il processo di primo grado a carioco di Fouad El Hayek, libanese di 30 anni e Giuseppe Fois, di 37 anni riconosciuti colpevoli di avere, in concorso tra loro, provocato il devastante incendio boschivo che colpì il rilievo collinare denominato “Monte Tifata” e che si è propagato su porzioni dei territori comunali di: Caserta; Capua; Casagiove e San Prisco, con l’aggravante di aver danneggiato un bene protetto incluso nella Rete Natura 2000 (SIC IT8010016 “Monte Tifata”), cagionando un danno grave, esteso e persistente all’ambiente.
Sono stati condannati, dal giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, alla pena di 1 anno e 9 mesi di reclusione.
Incendio boschivo, originatosi la sera del 10 agosto 2021, che, grazie alle elevate temperature, allo stato seccaginoso della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea ivi radicata, innescò un fronte di fuoco incontrollabile che si è protratto in maniera virulenta fino al tardo pomeriggio del 12/08/2021, interessando una superficie complessiva di circa 400 ettari e che distrusse la vegetazione interessata dal passaggio delle fiamme, nonostante l’intervento di numerose squadre di personale appartenenti a varie amministrazione pubbliche e di mezzi aerei nazionali e regionali antincendio.
Le attività investigative, coordinate da questa Procura, prendevano origine dai seguenti esiti delle prime indagini assolte dai militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta ed al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Caserta:
– testimonianza di un attento e solerte cittadino, abitante alla frazione Vaccheria di Caserta, proprio di fronte alla zona del Monte Tifata interessata dall’inizio dell’incendio, che ha visto, intorno alle ore 22, a distanza, i primi momenti di inizio dell’incendio, e successivamente ha visto scendere a piedi due persone munite di torce lungo il sentiero che conduce a valle, per cui si è precipitato verso l’area di sosta in cui presumeva che avessero parcheggiato, notando un’autovettura che si stava allontanando con due persone a bordo, riuscendo a memorizzare il modello del mezzo ed il numero di targa;
– individuazione del punto di origine dell’incendio che è risultato corrispondente ad un fuoco acceso per alimentare con le sue braci un barbecue, acceso a pochi centimetri dall’area boscata,  su un pianoro sommitale del rilievo collinare Monte Tifata denominato “Monte Marmorelle” in comune di Caserta, dove è presente un capanno/rifugio del C.A.I., dal quale falò è rotolato un tronco instabile le cui braci hanno raggiunto la limitrofa vegetazione erbacea e che ha innescato l’incendio. Deduzione a cui si è pervenuti a mezzo di rilievi tecnici svolti sulla zona di origine di incendio utilizzando il Metodo delle Evidenze Fisiche, ovvero lo studio delle tracce lasciate dal passaggio delle fiamme che consentono di stabilirne la direzione di provenienza;
– testimonianza di un cicloamatore in mountain bike che, nel tardo pomeriggio del 1O agosto 2021, era transitato proprio in prossimità del luogo in cui aveva avuto origine l’incendio, dove aveva notato la presenza di due ragazzi che si intrattenevano sul posto. Il quale, riconosceva, a mezzo della visione della foto esibitagli, uno dei due soggetti proprio nel proprietario dell’autovettura indicata dal primo testimone.
Questa Procura disponeva una prima perquisizione personale e dell’abitazione del proprietario dell’autovettura che era stata notata mentre si allontanava dalla zona dell’incendio, la quale veniva eseguita dai medesimi militari, oltre ad appartenenti alla Sezione CC di Polizia Giudiziaria di questa Procura in quota ai Carabinieri Forestale, che riuscivano a reperire e porre in sequestro il telefono cellulare in uso Fouad El Hayek. In tale frangente l’indagato spontaneamente faceva delle prime ammissioni auto ed etero accusatorie, indicando il nominativo dell’altra persona (Giuseppe Fois) che era in sua compagnia la sera del 1O agosto 2021 sul Monte Tifata. Seguiva quindi anche la perquisizione personale e dell’abitazione del secondo soggetto indicato dall’iniziale indagato, laddove veniva rinvenuto e posto in sequestro anche il suo telefono cellulare. Questa  Procura  disponeva  accertamenti  tecnici  irripetibili  sul  contenuto  degli  anzidetti  telefoni cellulari con le necessarie garanzie difensive, addivenendo al contenuto delle chat, delle fotografie e dei registri delle telefonate in entrata ed in uscita presenti sui telefoni cellulari, dal cui esame si evinceva chiaramente che i due soggetti avevano organizzato, per la sera del 10 agosto 2021, una braciata nella zona della Vaccheria di Caserta, di cui avevano immortalato alcuni momenti salienti anche con dei selfie con lo sfondo del panorama che è visibile proprio dal pianoro alla località “Monte Marmorelle” del rilievo collinare del Monte Tifata. Il quadro indiziario raccolto a carico dei due soggetti, così come corroborato dagli esiti della perizia tecnica esperita sul contenuto dei loro telefoni cellulari, è stato riconosciuto più che valido anche dal Giudice per le Indagini Preliminari che ha accolto la richiesta di applicazione di misure cautelari personali a carico dei predetti indagati.
Lo stesso impianto accusatorio, ora, è stato confermato anche dal giudici di primo grado che ha condannato i due imputati.

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