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Sessa Aurunca – Cementificio Cacem: i giudici del Tar sospendono gli atti del Municipio. Fissata la discussione del merito

Sessa Aurunca – L’azienda Cacem, che produce cemento, non avrebbe i requisiti necessari per produrre e per commercializzare ciò che produce. Così, per una serie di ragioni, l’amministrazione comunale, circa un anno fa, ha firmato una serie di atti che bloccavano l’attività del cementificio, ritenuto da molti cittadini, inquinante e pericoloso per la salute. Inoltre, secondo l’ente comunale, gran parte della struttura va abbattuta per ripristinare lo stato dei luoghi.
L’azienda ha presentato ricorso ai giudici del Tribunale Amministrativo di Napoli chiedendo di annullare, previa sospensiva di efficacia, tutti gli atti messi in piedi dalla macchina amministrativa sessana. Pochi giorni fa il Tar si è espresso accogliendo il ricorso, quindi sospendendo, in attesa della pronuncia definitiva, tutti gli atti impugnati. Contemporaneamente i giudici amministrativi hanno fissato l’udienza per la discussione del merito per il prossimo 21 maggio 2024.
Lo scorso 21 marzo 2023 il sindaco Lorenzo Di Iorio annunciava a mezzo Facebook che, dopo un tavolo tecnico da lui convocato, la questione CACEM era archiviata. La stessa società, in data 27 febbraio aveva presentato agli uffici preposti dell’ente, richiesta di AUA (autorizzazione unica ambientale), tale richiesta fu resa pubblica da Lega Ambiente Sessa Aurunca in un verbale della Consulta, dove addirittura si parlò di una fantomatica richiesta di ampliamento del sito di produzione, dimostrando, probabilmente, di non aver per nulla studiato la vicenda, pur essendo, in teoria, temi di loro pertinenza. Questa nota fece aprire gli occhi in particolare al consigliere comunale di opposizione, Antonio Fusco, che, con un gruppo di collaboratori e attivisti politici locali, è andato in fondo alla vicenda, interloquendo con tutti gli enti preposti al rilascio di tali concessioni e smascherando, nei fatti, la grave carenze dell’amministrazione comunale impegnata solo a buttare fumo negli occhi della cittadinanza a mezzo social o attraverso manifestazioni di distrazione di massa. Solo in data 24 aprile, la stessa amministrazione, allertata dall’azione del gruppo di riferimento di Fusco, prendendo atto, finalmente, che l’opificio in questione è sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per la fabbricazione di cemento, ha deciso di bloccare la produzione. Salvo poi concedere una deroga di ulteriori 10 giorni per lo smaltimento del materiale. Successivamente scattò anche il sequestro del molino, macchinario necessario per la produzione.

 

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