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CANI RANDAGI: ora sono tutti di proprietà del sindaco. Ecco cosa dice la legge

Dal 10 gennaio 2024, entrerà in vigore la riforma della legge regionale n. 3/19 che potrebbe avere importanti ricadute economiche sui Comuni. La nuova normativa, infatti, impone ai servizi veterinari dell’ASL, di registrare a nome dei Sindaci tutti i cani per i quali i proprietari privati, intenzionati a applicare il microchip identificativo, non riescono a fornire informazioni precise sulla provenienza dell’animale. In pratica, il privato che non vuole essere costretto a pagare una sanzione, può porre il proprio cane a carico della collettività, attraverso l’intestazione forzosa dell’animale al Sindaco del Comune di residenza. Con la conseguenza di un obiettivo incremento del numero di cani nei canili, con un amento dei costi di custodia.
COSA DEVONO FARE I COMUNI
– In base alla legge n. 281/91 e alla legge regionale n.3/19, i comuni sono obbligati a prendersi cura e a mantenere i cani randagi raccolti dai servizi ASL. L’obiettivo della legge regionale è promuovere e tutelare il rispetto e il benessere degli animali domestici e prevenire il randagismo. Comuni singoli o associati provvedono alla costruzione dei canili e al risanamento delle strutture esistenti. I canili municipali, se non gestiti dal Comune, sono affidati in gestione mediante procedure ad evidenza pubblica. Il Comune, se è sprovvisto di canile municipale, può anche convenzionarsi con canili privati. I Comuni poi devono dotare i comandi di polizia municipale di appositi lettori per microchip per l’esercizio delle funzioni di vigilanza sulla corretta identificazione e registrazione dei cani ed emanare i regolamenti per la tutela e l’accesso degli animali, prendersi cura e a mantenere i cani randagi raccolti dai servizi ASL. L’obiettivo della legge regionale è promuovere e tutelare il rispetto e il benessere degli animali domestici e prevenire il randagismo. Comuni singoli o associati provvedono alla costruzione dei canili e al risanamento delle strutture esistenti. I canili municipali, se non gestiti dal Comune, sono affidati in gestione mediante procedure ad evidenza pubblica. Il Comune, se è sprovvisto di canile municipale, può anche convenzionarsi con canili privati. I Comuni poi devono dotare i comandi di polizia municipale di appositi lettori per microchip per l’esercizio delle funzioni di vigilanza sulla corretta identificazione e registrazione dei cani ed emanare i regolamenti per la tutela e l’accesso degli animali d’affezione nei luoghi pubblici. Infine, realizzare aree di verde pubblico, recintate ed attrezzate, riservate ai cani.

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