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Calvi Risorta – COMM’A M’TTEMMU NOMM (… la storia continua): la vita quotidiana degli anni 50′ e 60′

Calvi Risorta – Il regista teatrale Tonino Allocca si conferma custode e divulgatore di tradizioni, usi e costumi dell’Agro Caleno… Allocca non sa “Comm‘a m’ttemmu nomm“, ma sa bene come rinvigorire gli usi ed i costumi delle generazioni che ci hanno preceduto… Riesce a scavare fino in fondo all’animo di ogni spettatore, fino a far riemergere ricordi sopiti, coperti dalla polvere che si deposita sul tempo, quella polvere che trascina nell’oblio periodi, momenti, istantanee di un tempo passato… Il regista in altri contesti sarebbe lodato ed acclamato. A noi caleni basta che ci sia. Le sue rappresentazioni potrebbero essere tacciate di provincialismo, ma è proprio quest’ultimo che spinge all’estremo il desiderio, la voglia e l’esigenza dello spettatore di aggrapparsi in qualunque modo alle proprie origini spesso dimenticate, che riemergono in maniera violenta con una scrittura che poco spazio lascia alle forme e ai modi dell’italiano di oggi. L’unico obiettivo dell’autore è quello di ricreare, per 3 atti di mezz’ora ciascuno, le atmosfere e le dinamiche quotidiane degli anni 50-60. Due ore di totale immersione.
Tra la sua opera e le altre precedenti è evidente un unico filo conduttore: quello che fa sorridere, commuovere, talvolta piangere ognuno di noi… quel filo conduttore chiamato memoria, custodia di un passato di chi a Calvi è vissuto, di chi da Calvi ha voluto o dovuto andare via, memoria persino di chi non ha più memoria. Allocca non si è mai erto ad osservatore di grandi passioni umane o di eventi storici, ma di umili scorci della nostra vita quotidiana. Probabilmente è proprio questo il motivo del suo successo e della riconoscenza che il nostro territorio da anni gli tributa. Allocca si nutre della strada, quella stessa che rende vivo ogni giorno ciascuno di noi, rendendolo un personaggio unico nell’intreccio delle proprie pulsioni, delle proprie nevrosi, delle proprie interazioni sociali, positive o negative che siano. Così la storia di come vivevano le generazioni precedenti diviene un modello universale che si ripropone in modi diversi ai tempi nostri, perché è lo specchio della natura umana di cui tutti siamo partecipi. Un grazie a tutte le ragazze ed ai ragazzi che, uniti da comune intento, hanno saputo dar lustro alla nostra piccola ma feconda comunità: Alfredo, Loredana, Michele, Giuseppina, Rita, Greta, Antonietta, Nicolas, Tony, Paolo, Danilo, Lina, Renata, Anna, Annalisa, Maria Grazia, Teresa, Giuliano, Francesco, Alessio
(nota a cura di Lorenzo Maciariello)

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