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Mondragone – Anziana morta e nascosta in un baule: gli allarmi inascoltati. Indice puntato contro i servizi sociali

Mondragone – Picchiava con le mani contro il balcone e urlava aiuto, era praticamente prigioniera nell’appartamento al quinto piano del palazzo ex Cirio. Ci sarebbero dei video a testimoniare quanto affermato da due donne che, nei mesi scorsi, hanno inutilmente interessato i servizi sociali municipali.
Il caso dell’anziana donna morta e nascosta in un baule nella sua camera da letto, ha scosso fortemente la comunità mondragonese, soprattutto alla luce delle dichiarazioni resa dalla figlia, Maddalena, convivente con la vittima. Avrebbe ammesso, ai carabinieri giunti sul posto, che aveva sigillato la madre nel baule perché non aveva soldi per il funerale. Sulla vicenda è stata pubblicata su un gruppo social di Mondragone, il racconto fatto da due donne, titolari di un’agenzia di patronato caf, che ben conoscevano la figlia della vittima perché si era rivolto a loro per alcune pratiche. Secondo la versione fornita dalle due signore i servizi sociali del municipio, seppur informati non avrebbero fatto pienamente il loro dovere. Avessero fatto quanto in loro potere, probabilmente si sarebbe potuta evitare la morte di Concetta Infante, 77 anni, trovata cadavere in un baule.

La nota:
“Praticamente io e la mia collega abbiamo un ufficio di patronato, siccome stavamo facendo delle pratiche alla figlia convivente dell’anziana, dopo vari eventi molto strani e discorsi insensati, ci siamo preoccupate (da premettere che la figlia non era mai a casa viaggiava con pullman e camminava tutta la giornata a piedi per tutto il paese) Come dicevo dopo tutti questi vari comportamenti strani ci siamo accorte che c’era qualcosa che non andava, anche perché lei ripeteva che la mamma era allettata, come poteva essere che una signora allettata rimanesse una giornata intera da sola in casa?! Quindi abbiamo iniziato delle ricerche e siamo venute a capo che la signora non era allettata ma la teneva chiusa in casa per giornate intere ovviamente su un palazzo al quinto piano, abbiamo ricevuto dei video dove la signora anziana sbatteva e urlava in continuazione vicino la porta aiuto e che volesse uscire. La preoccupazione più grande era quella del balcone che potesse aprirlo e buttarsi quindi ci siamo così messe in contatto con i servizi sociali. Prima abbiamo contattato personalmente una dipendente senza ricevere nulla nel mese di maggio, dopodiché nel mese di giugno abbiamo fatto comunicazione e segnalazione cartaceo al comune tramite pec, dopo 2 o 3 giorni ho ricevuto risposta che i vigili e i servizi sociali erano andati nell’appartamento ma dicendo che era disabitato, nel frattempo noi avevamo altri video della porta (sempre esterni) che attestavano che la signora era ancora li, anche perché loro proprietarie dell appartamento. Cosi ho contatto personalmente su whatsapp il sindaco segnalando la faccenda e mi ha risposto che avrebbe provveduto lui. Dopo circa una settimana sono stata chiamata nuovamente da una dipendente dell’assistenza sociale dicendomi che erano nel palazzo e che volevano il numero di qualcuno che indicasse l’appartamento, è stato fatto e comunicato.
S
ono andati (perché ho avuto conferma da persone residenti li) e telefonicamente mi hanno detto che avrebbero preso in carico la situazione e tenuta sotto controllo. Ma da quel giorno non ho ricevuto più notizie, e non abbiamo più visto la figlia perché nel frattempo noi non gli abbiamo più svolto alcun tipo di pratica visto che la situazione non ci era chiara. L’abbiamo vista solo per strada nel paese ma non più in ambito di ufficio. Quindi questa tragedia poteva essere evitata se magari ci fosse stata più accortezza dalle autorità”.

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