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Piedimonte Matese – Botte alla moglie davanti alle figlie minorenni: Bologna rimesso in libertà. Ma non potrà tornare a casa

Piedimonte Matese – Si è difeso, ha spiegato le sue ragioni, ha manifestato profondo dispiacere e rammarico per quanto accaduto. Maurizio Bologna avrebbe ammesso le sue colpe evidenziando che si sarebbe trattato di un singolo episodio avvenuto durante un momento in cui avrebbe perso il controllo. Questo, in sostanza sarebbe accaduto oggi davanti al giudice per l’udienza di convalida dell’arresto eseguito alcuni giorni fa dai carabinieri della stazione di Piedimonte Matese. Maurizio Bologna, assistito dall’avvocato Benedetto Iannitti ha risposto alle domande del giudice; al termine dell’udienza il giudice ha convalidato l’arresto e, accogliendo le richieste del difensore, ha rimetto in libertà l’indagato al quale è stato imposto l’allontanamento dalla casa coniugale.

La vicenda
Tutto prende forma qualche notte fa a Piedimonte Matese, nel casertano dove il 40enne, Maurizio Bologna,  dopo aver aggredito e malmenato la moglie davanti alle figlie minorenni, si allontanò da casa per andare a comprare le sigarette come se nulla fosse accaduto. Al suo rientro trovò i carabinieri che lo arrestarono.  Ad allertare i militari dell’Arma nel cuore della notte per una lite in famiglia fu una telefonata giunta sull’utenza di emergenza “112”. Quando i carabinieri arrivarono sul posto, mentre cercavano di capire dove si stesse verificando la lite, videro giungere un uomo che, interpellato al riguardo subito ammise di aver, poco prima, litigato con la moglie e che si era poi allontanato da casa per comprare le sigarette. Raggiunta con l’uomo l’abitazione, appena arrivati davanti la porta d’ingresso, i carabinieri vennero accolti dalla vittima con il volto tumefatto che, sebbene ancora impaurita, raccontò di essere stata malmenata con calci e pugni dal marito per futili motivi e che all’aggressione avevano assistito anche le figlie minorenni. Fu richiesto l’intervento del 118, la donna venne condotta presso il locale Ospedale dove le fu riscontrata la frattura delle ossa nasali con prognosi di 30 giorni. In base a quanto ricostruito dai carabinieri l’aggressione rappresentò il culmine di reiterati episodi di maltrattamenti, iniziati da diversi mesi e mai denunciati dalla donna, consistiti in violenze fisiche e psicologiche.

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