Cellole – Si è difeso strenuamente Angelo Gentile durante l’udienza di convalida: “Non sono stato io a uccidere Pietro Caprio. Ricordo di averlo visto quel giorno in compagnia di una donna che era in macchina con lui.”. Affermazioni forti e importanti che potrebbero aprire nuovi scenari nell’indagine per l’atroce delitto consumato pochi giorni fa nella periferia del territorio comunale di Cellole. Affermazioni che gli inquirenti ora dovranno valutare e, probabilmente, approfondire. Restano, tuttavia, tanti dubbi sulle affermazioni dell’anziano indagato per l’omicidio di Caprio. Ad esempio, perché non ha detto subito della presenza di questa donna nella macchina della vittima? Perché nell’immediatezza del fermo ha detto di non aver né visto né incontrato la vittima? Considerata l’età dell’indagato, 82 anni, potrebbe essere semplicemente un vuoto di memoria? Oppure Gentile nasconde qualcosa?
L’indagato è difeso dall’avvocato Gabriele Gallo. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca, sul posto sono intervenuti i militari dell’arma del nucleo operativo e radiomobile al comando del capitano Russo.
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