Ultim'ora

ZAKI: L’ULTIMA VITTIMA DEL PENSIERO UNICO OCCIDENTALE

Ormai nel civilissimo e “democratico” occidente e quindi anche nella nostra povera Italia puoi parlare solo se ciò che dici sposa il pensiero unico. In caso contrario sei bandito dalla società, dai media, diventi subito un nemico. Non ancora siamo arrivati alla carcerazione o alla ritorsione ma presto, purtroppo,  potrebbe cadere anche questo paletto.
“Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere” è frase emblema di democrazia e rispetto dei diritti. Oggi è vecchia e superata. E’ caduto sotto il pensiero unico occidentale.
L’ultima vittima del pensiero unico occidentale è Patrick Zaki passato, in un attimo, da eroe, da simbolo della lotta per la libertà e per i diritti umani, a indesiderato.
La sua colpa?
Aver detto una sacrosanta verità che pochi giornalisti, opinionisti, geopolitici, storici, commentatori osano dire: «Il conflitto tra Hamas e Israele è una conseguenza delle politiche di Netanyahu, capo del governo di Israele». Per capire che quanto affermato da Zaki rappresenti la verità basta ripercorrere le azioni attuate dal crudele Netanyahu, sin dal suo primo giorno di governo.
E’ stato lui, di fatto, a minare il tentativo di pacificazione faticosamente raggiunto dai suoi predecessori. Netanyahu ha dimostrato la faccia più feroce di Israele, altro che popolo di Dio. Gli Israeliani negli ultimi anni sono apparsi più popolo del Diavolo che di Dio, un popolo assetato di terra e di domino, Netanyahu non ha mostrato alcun rispetto per quel popolo, i Palestinesi, veri padroni – perchè ci sono nati – di quell’area.
Zaki, in sostanza, questo ha detto. Poche parole che sono bastate per cancellarlo dalla lista dei desiderati fino  a spingerlo nell’inferno degli esclusi, di coloro che ancora si permettono di avere una propria idea sui fatti che accadono nel mondo.
Da ospite d’onore è diventato subito “indesiderato” e “divisivo” così dopo gli appuntamenti a ‘Che tempo che fa’ e all’Arsenale della pace di Torino, questa volta è la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, (indipendente ma vicina dai Dem e al locale gruppo di Azione) a revocare l’invito in città al ricercatore egiziano – simbolo della lotta per i diritti umani – per la giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre. “È divisivo” è la motivazione. “Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere”, spiega la sindaca. Che vergogna per un sindaco di Sinistra che dovrebbe essere emblema della pluralità. “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.” – frase scritta nel 1906 dalla Hall in ‘The Friends of Voltaire’ con lo pseudonimo di S. G. Tallentyre, ma erroneamente attribuita a Voltaire – sembra ormai essere fuori moda e dimenticata per sempre.

 

Guarda anche

FRANCOLISE – TRUFFA SUI MIGRANTI, ARRESTATO IMPRENDITORE AGRICOLO. E’ FRATELLO EX VICE SINDACO

FRANCOLISE – Dallo scorso 10 luglio 2024 il noto imprenditore agricolo di Francolise –  Marco …