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PIETRAMELARA – Borgo Antico abbandonato e degradato: la ricetta del Centro Studi sul Medioevo di Terra di Lavoro

PIETRAMELARA – Il Centro Studi sul Medioevo di Terra di Lavoro – attraverso il presidente Domenico Caiazza – invia al sindaco di Pietramelara – Pasquale Di Fruscio e all’intero consiglio comunale – una nota con idee per rivitalizzare il Borgo Medievale di Pietramelara in degrado e abbandono:
“Raccogliendo la sollecitazione del Notaio Nicola Angelone per un concorso di idee per ridare vita al Borgo Medievale la S.V. ha convocato per il 7.10.2023 nel municipio un incontro per riflettere sul da farsi sollecitando  l’inoltro di comunicazioni scritte quali basi per la discussione.  Il C.S.M.T.L raccogliendo l’invito diffuso sui social a contribuire con osservazioni all’esame del tema in oggetto ha discusso ed approvato e con la presente trasmette
A) un breve documento di “considerazioni e proposte per tutelare e rifunzionalizzare il Borgo Medievale”, che analizza le cause del degrado e indica alcuni possibili rimedi di competenza locale, da stimare prioritari;

B) altro studio che illustra una “Idea proposta per riqualificare i Borghi Antichi prevenire il rischio vulcanico e sismico, rimediare agli squilibri territoriali rilanciare economia lavoro restanza in Campania” che ipotizza di sottoporre alla Regione Campania ed allo Stato la realizzazione di un Progetto-pilota che contempli il consolidamento antisismico e il recupero funzionale del Borgo di Pietramelara, per utilizzarlo in caso di emergenza per ospitare popolazioni sfollate da rischi sismici o vulcanici, e nelle more per ospitalità.

Il Borgo Murato di Pietramelara, è un unicum il cui virtuoso restauro-riutilizzo potrebbe aprire nuove prospettive per i millenari borghi della Campania.  Il C.S.M.T.L. ha elaborato questi documenti in spirito di servizio, per contribuire alla discussione. Ogni sviluppo ed azione per tradurre idee e sogni in concreta realtà come è ovvio compete allo Spirito Civico, all’iniziativa e Volontà Politica. Grata è l’occasione per porgere i migliori saluti e l’auspicio di proficuo lavoro”.

CONSIDERAZIONI E PROPOSTE PER IL BORGO MEDIEVALE DI PIETRAMELARA

—Il Centro Storico di Pietramelara è compreso tra Via Libertà, Matese, Via Roma e include anche Piazza San Rocco e Piazza S. Agostino, rinserra al suo interno il Borgo Medievale murato a pianta circolare, di origini longobarde, distrutto nell’XI° secolo dai Normanni e ricostruito dagli stessi, potenziato in epoca federiciana, espugnato saccheggiato e bruciato nel 1496 da Aragonesi e Veneziani.

—Due volte distrutto dalla guerra, il borgo murato è risorto due volte, senza aiuti esterni per volontà e con risorse dei cittadini, perché funzionale ad esigenze abitative e comunitarie tra le quali la sicurezza sociale;

—danneggiato dalla seconda guerra mondiale che distrusse la Torre dell’Orologi, una cappella, abitazioni e un tratto di mura nel dopoguerra fu dotato di fogne, acquedotto ed era densamente abitato e ospitava l’asilo di Pietramelara.

—trasferito a valle l’asilo il grande edificio è rimasto poi inutilizzato e trascurato sino ad oggi e di fatto è divenuto l’antesignano dello spopolamento progressivo: da molto tempo sono in abbandono aree pubbliche come il Piccolo Teatro degli Archi, la chiesa di San Nicola e case aree private, come i ruderi invasi da vegetazione in Via Libertà.

— nella seconda metà del secolo scorso la pluridecennale e perpetua carenza idrica e la scomodità incentivavano il trasferimento a valle degli abitanti  indotti a trasferirsi nelle nuove lottizzazioni. Si avviava il deprezzamento delle case del Borgo Murato.

—invano la Sagra al Borgo ideata 50 anni fa da chi scrive tentò di portare attenzione sul Borgo Murato, non è servito a molto neppure il recupero della Torre Medievale iniziato da un campo di lavoro volontario

—poi il borgo è stato dotato di incongrua illuminazione e del metano…ma era ormai spopolato e lo spopolamento progressivamente si è metastatizzato alle piazze e al Centro Storico: la popolazione, i servizi- come le scuole, la Caserma dei CC e gli esercizi commerciali oggi sono nella periferia di ieri. Il centro Storico ha botteghe e case vuote da anni.

— da decenni tutti si lamentano piangendo l’abbandono, da decenni nulla accade. Da tutti si invocava e si invoca l’intervento massiccio di fondi europei, statali, regionali, di università, soprintendenza, e quant’altro come se il Borgo fosse cosa d’altri: in sostanza si è ritenuto che la Comunità Pietramelarese non dovesse impegnare né pensiero né risorse.

—-il colpo di grazia è stato dato da provvedimenti inadeguati: anziché incentivare con tariffe agevolate ed esenzioni gli eroici residenti-resistenti sul Borgo, si è concessa l’esenzione fiscale a chi ha staccato energia elettrica e utenza idrica;

— in tal modo si è agevolato l’abbandono delle case e l’immobilismo, i proprietari divisi tra l’irrealistica speranza di venderle a caro prezzo (dopo avere lasciate decadere senza investire un centesimo) e la messianica attesa di interventi altrui, le hanno trascurate tanto che talora rappresentano un pericolo;

— per di più i mancati introiti comunali derivati dalle esenzioni sono stati compensati ponendo i costi a carico dei proprietari delle case abitate in pianura, che però sono sempre meno anche nel centro storico e nelle periferie;

—il risultato è sotto gli occhi di tutti: nel Borgo erbacce, piccioni, carenza idrica, case chiuse, case abbandonate, case pericolanti, rassegnazione all’abbandono.

Scarso o nessuno impegno di spesa per il Borgo e delega ad altri (chi?) a provvedere mentre tutto va in malora.

Cosa si può fare:

— guardare al Borgo come una risorsa e non solo come un problema, impegnare pensiero e realizzare opere di progressiva messa in sicurezza e rifunzionalizzazione analizzando i problemi e trovando i rimedi. Ad esempio:

–agevolando l’accessibilità comoda ai vari livelli del Borgo con ascensori pubblici realizzati nella roccia o in case abbandonate da decenni, con piccoli veicoli, monorotaie, etc.;

—agevolando la sicurezza con impianto efficienti di videosorveglianza: oggi sul Borgo non vi è controllo sociale vengono rubati perfino i pavimenti nelle case;

—assicurando pulizia, servizi, tariffe agevolate e/o esenzioni fiscali a chi risiede o sceglie di abitare nel Borgo;

—compensando le esenzioni e agevolazioni nuove in favore degli abitanti attuali e futuri, revocando quelle che da decenni incentivano l’abbandono delle case prive di utenze.

—inventando nuove funzioni per il Borgo: case per giovani sposi, residenze di artisti, laboratori artigiani di pregio (liutai, ceramisti, artigiani del cuoio….) albergo diffuso….. case vacanza, case per il turismo lento e di ritorno….

—stanziando e impiegando risorse ordinarie del bilancio comunale per primi interventi, per manutenzioni costanti, e anche per prepararsi a concorrere validamente ai bandi in favore dei piccoli Borghi;

—costituendo una struttura costante di impulso all’azione ordinaria e al reperimento di ulteriori risorse.

In estrema sintesi per salvare il Borgo: Pietramelara dovrebbe agire subito per messa in sicurezza e controllo- pulizia -accessibilità- servizi efficienti- sicurezza- fiscalità nuova- restauro edilizio- nuove funzioni-con interesse costante e risorse ordinarie di bilancio. Naturalmente tali azioni vanno integrate con interventi organici di medio periodo che mirino a creare lavoro e motivazioni a restare per i giovani.  Poiché non esistono soluzioni semplici a problemi complessi per incentivare la restanza nei piccoli paesi occorre coinvolgere l’ANCI ed invocare esenzioni fiscali dallo stato, trasporti e strade sicure e migliori per i residenti che lavorano o studiano fuori del paese, incentivi per agricoltura ed artigianato, per le giovani coppie, fornire servizi, magari sulla falsariga dell’idea proposta allegata alla presente si potrebbe invocare un progetto pilota, data unicità e pregio del Borgo, ma restando vigili e attivi in sede locale.

Idea-proposta per riqualificare i Borghi Antichi prevenire il rischio vulcanico e sismico, rimediare agli squilibri territoriali rilanciare economia lavoro restanza in Campania

premesso che Il Vesuvio è un vulcano attivo e come tale pericoloso come l’area di Pozzuoli.  Pertanto vulcanologi  da anni  concordano

  1. A) che è prevedibile anzi probabile una nuova eruzione di tipo Pliniano che ebbe effetti disastrosi sui territori attorno al vulcano;
  2. b) che il pericolo è oggi aggravato dalle caratteristiche della grande conurbazione creatasi alle pendici del vulcano e nei Campi Flegrei, l’area è infatti assai intensamente popolata ma dotata di una viabilità antica complessa e insufficiente a smaltire efficacemente e in tempi rapidi un’evacuazione in situazione di crisi e panico.
  3. d) l’eruzione sia pur non predicibile nel lungo periodo sarà preceduta però verosimilmente da chiari segni premonitori che dovrebbero consentire di gestire in sicurezza e rapidità lo sfollamento.
  4. e) su tali presupposti la Protezione Civile ha ideato un Piano che prevedeva la ricollocazione degli sfollati in sedi lontane dalla Regione Campania anche in Sardegna e al Nord e come tali sicure e tuttavia eccessivamente spaesanti sotto il profilo psicologica e ostative alla continuazione, per quanto possibile in sicurezza, delle attività lavorative;
  5. f) La Commissione Ambiente della Regione Campania pertanto nel gennaio 2019 ha deliberato che il collocamento debba avvenire nella regione, il che pone il problema di individuare-attrezzare sedi idonee al ricollocamento in sicurezza degli sfollati, logicamente fuori dall’area costiera storicamente interessata dalla ricaduta dei materiali piroclastici;

premesso inoltre

-che i territori interni della Campania ad un tempo stesso sicuri dal punto di vista vulcanico ma più vicini all’area del Vesuvio e quindi idonei a minimizzare i danni psicologici ed economici dello sfollamento e a velocizzarlo sono il Montemaggiore, il Matese, (prov. Caserta)  il Cilento (prov. Salerno);

-che tali territori sono idonei a recepire le popolazioni in fuga avendo un notevole patrimonio edilizio disponibile perché svuotato dall’emigrazione;

-che però si tratta di aree ad elevato rischio sismico, dove i residenti sono esposti al grave pericolo costituito da comparti edilizi di notevole valore storico ambientale e paesaggistico, ma vetusto e/o malamente riattato, poco manutenuto anche per la manifesta sconvenienza di investire nel mattone in aree demograficamente in declino, per assenza di lavoro, di servizi, di opportunità;

-che ad evitare nuovi disastrosi “effetti Amatrice” dei futuri eventi sismici, è possibile in via di prevenzione, non in emergenza ma preventivamente e con calma e pianificazione, adeguare tali patrimoni edilizi dal punto di vista simico e della modernizzazione;

-che compiuto l’adeguamento e la rifunzionalizzazione dei comparti  edilizi dei borghi in abbandono e degrado offrirebbe la possibilità di “travasare provvisoriamente” nell’edilizia resa sicura e confortevole gli attuali abitanti dei centri storici, al fine di adeguare anche le poche case oggi abitate;

-che  compiuto il totale l’adeguamento dei Borghi, e la realizzazione   nuove strutture di supporto  ecosostenibili e non invasive, per gestire l’acme dell’emergenza ( ad es. piazzali di parcheggio, depositi, aree comuni, impianti sportivi, ludici e di tutela della salute della psiche e benessere)  le case vuote riattate per la crisi, previe  clausole rigide che rendano salda ferma la funzione di “case di fuga,” potranno essere gestite in assenza di emergenza, per case vacanze, B&B , seconde case, con benefiche ricadute sulla economia locale , sulla mitigazione dell’emigrazione, sulla restanza;

-che dunque l’investimento economico edilizio pre-emergenziale in tali attività oltre a generare immediata ricaduta occupazionale ed economica nel comparto edile oggi stagnante, con benefico effetto anticiclio, genera economia futura nel settore turistico,

-che le somme investite prevengono oltre i due rischi detti –vulcanico e sismico- anche il dissesto geologico e tutelano il patrimonio idrico poiché i monti hanno la funzione di “santuari delle acque”.

È infatti noto che lo spopolamento dei millenari borghi dell’interno che ha effetti debilitanti a livelli ambientali, territoriali e socioeconomici: l’abbandono determina un’erosione della superficie agricola utilizzata e porta alla desertificazione ambientale innescando fenomeni di dissesto idrogeologico che penalizzano anche le aree di collina e pianura.

Inoltre le variazioni climatiche e l’inquinamento delle pianure costiere rendono preziose ed insostituibili le riserve idriche montane per le quali è indispensabile la sorveglianza attiva e il controllo sociale  da parte degli abitanti.

-La necessità di prevedere-realizzare per favorire le evacuazioni assi  viari di collegamento veloci  tra le aree costiere Vesuvio- l’area metropolitana soggetta Campi Flegrei soggette a rischio vulcanico, e le aree interne, presenta ulteriori vantaggi.  Oltre ad assicurare veloci collegamenti e minore affollamento ai fuggiaschi si traduce in un ulteriore fattore di sicurezza eliminando o attenuando anche il rischio che folle di popolazioni non in pericolo attuale ma colti da psicosi di fuga che intasi la strada a chi è più in pericolo.

I nuovi rapidi sicuri e veloci collegamenti altre a consentire agli sfollati in età attiva di raggiungere, previa autorizzazione, i luoghi a rischio ove hanno urgente necessità di frequente ritorno sono un fattore di riequilibro territoriale che giova quotidianamente sia alle popolazioni delle aree urbane che a quelle dei borghi, avvantaggiandole negli spostamenti.

TANTO PREMESSO al fine di avviare il dibattito e lo studio di dettaglio su quanto in premessa

Si propone che le aree di ricollocamento provvisorio delle popolazioni vesuviane e dei Campi Flegrei siano individuate nel cuore nel Matese e del Montemaggiore e del Cilento, con preferenza per quelle in spopolamento o con ampi comparti edilizi in abbandono o precarietà;
che previo apposito studio determinate le destinazioni più idonee di sfollamento col criterio di porre in sicurezza maggiore e più lontano le fasce e famiglie deboli –anziani, donne-bambini, disabili- e più vicino la popolazione attiva per ridurre l’incidenza dello sfollamento sul lavoro e l’economia  si avvii  un processo di gemellaggio tra tali paesi e quelli a rischio, e di educazione a gestire l’emergenza nelle varie fasi ( stato di attenzione, di allerta, di  allarme, ordine di evacuazione, gestione dello spostamento, sistemazione nella destinazione).

Che contestualmente anche a titolo sperimentale si avviino le attività di studio progettazione e di approvazione ed esecuzione degli adeguamenti antisismici ed ai moderni standard abitativi dei comparti edilizi in degrado e poi di quelli abitati, nonché delle nuove strutture di servizio;

che contestualmente si avviino le attività di progettazione delle attività di miglioramento delle vie di fuga esistenti (ad es. superstrada Pozzuoli -Autostrada A1) e di creazione di quelle nuove nelle modalità idonee e varie ipotizzabili (Alifana, bus, auto private, piste ciclabili). Dette vie agevolando i trasferimenti contribuiranno alla restanza nei Borghi dell’hinterland.

Il tutto con modalità assolutamente rispettose delle peculiarità ambientali, storico monumentali, idrogeologiche e sociali delle aree interne, con procedure trasparenti e rapidissime possibilmente affidate alla Protezione Civile Nazionale e col supporto dell’ANCI e della Regione Campania per avviare un esperimento pilota che potrebbe partire proprio dal millenario borgo di Pietramelara.

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