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Luigi Izzo

Castel Volturno – Omicidio Izzo, la Procura conferma: Luigi è stato ucciso in due

Castel Volturno – Il gip Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in seguito all’udienza preliminare per Alessandro e Roberto Moniello, rispettivamente padre e figlio, ritenuti responsabili della morte del barbiere Luigi Izzo ucciso nella notte tra il 5 e il 6 novembre 2022 a Castel Volturno nel vialetto di casa in località Scatozza sotto gli occhi della moglie, ha predisposto il rinvio a giudizio e contestazione dell’aggravante della minorata difesa. I due imputati dovranno rispondere del reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Inoltre, nel corso dell’udienza il Sostituto Procuratore Annalisa Imparato ha contestato a carico dei due imputati l’ulteriore aggravante della minorata difesa: avrebbero agito in due, con due coltelli, in una zona buia e di notte. Il processo si aprirà quindi nel mese di novembre in Corte d’Assise a Santa Maria Capua Vetere. Quindi, secondo la Procura sammaritana il barbiere 38enne è stato assassinato da due persone, confermando la tesi dei medici legali che depositarono la loro relazione in seguito all’esame autoptico disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Di fatti, per i medici legali, Luigi Izzo sarebbe stato attinto da 6 coltellate: 4 al torace, di cui 2 in regione posteriore. Dalle caratteristiche morfologiche delle lesioni i periti hanno stabilito che sono stati utilizzati due armi da taglio: uno con lama da 20 centimetri con 2 margini taglienti, l’altro monolama con un unico margine tagliente e a punta arrotondata. Per i medici legali, quindi, l’utilizzo delle due diverse armi porta a ricondurre la dinamica dell’evento a due aggressori, tesi confermata dalla Procura. Elemento accertato è stata la presenza del sangue della vittima ritrovato sugli indumenti di Roberto Monello. I risultati delle perizie, quindi, hanno ribaltato quanto sostenuto dai due congiunti in sede di interrogatorio di garanzia al pm sammaritano. Secondo la versione degli indagati la mano omicida sarebbe solo quella del padre mentre per il figlio si configurava il concorso.

LA VERSIONE DEGLI INDAGATI:

Difatti, secondo quanto dichiarato al pm sammaritano, Alessandro Moniello, dopo essersi recato da Luigi e aver consumato il delitto avrebbe riposto l’arma del delitto – un coltello da cucina – nel vano portaoggetti lato guida della sua Fiat Punto serie 3 di colore verde ed avrebbe accompagnato a casa il figlio Roberto seduto tra i sedili posteriori ed il cofano giacché la vettura aveva i sedili posteriori reclinati e spianati per consentire di trasportare dei mobili in virtù di un trasloco. Roberto, quindi, secondo le dichiarazioni del padre, non avrebbe visto il coltello riposto nel vano portaoggetti e per stessa ammissione del genitore dopo averlo accompagnato a casa si sarebbe disfatto dell’arma gettandola in un fossato di fronte al cimitero comunale castellano sulla SP 333 che collega Castel Volturno con Cancello ed Arnone. Arma ritrovata giorni dopo la tragedia dai carabinieri della stazione castellana. Quindi, secondo la ricostruzione dei due indagati l’omicidio di Luigi Izzo sarebbe avvenuto per una serie a catena di “malintesi” e di errori di persona.

LA VICENDA:

Tutto sarebbe nato – stando alle dichiarazioni dei congiunti – nella tarda serata del 6 novembre 2022 all’esterno di un bar di via bar di via Roma dove si trovava la famiglia degli indagati per festeggiare il compleanno dello stesso Roberto. Di lì a pochi metri, il fratello della vittima avrebbe iniziato a discutere con delle persone. Roberto giacché conosceva molto bene l’uomo, poiché fratello del suo barbiere Luigi, sarebbe intervenuto per cercare di sedare il litigio; intento vanificato poiché è stato coinvolto nella degenerata discussione provocandosi ecchimosi al volto ed il mignolo della mano sinistra slogato. Uno dei familiari, assistendo al pestaggio del congiunto, avrebbe allertato Alessandro riferendo che stavano ammazzando di botte Roberto, che erano più di dieci persone e che c’era il fratello di Izzo. Dal racconto dello stesso Alessandro, lì sarebbe partita la spedizione punitiva alla ricerca del colpevole conclusasi alle ore 02:00 di notte sotto casa di Luigi, fatto uscire con una scusa nel vialetto di casa e poi ucciso con 6 coltellate, rivelatesi fatali alcune sferrate anche alla schiena mentre cercava di fuggire dal suo aggressore. Luigi è morto dissanguato in pochi secondi sotto gli occhi disperati della moglie Federica. Un momneto di follia quello di Alessandro Moniello che dopo aver visto accasciato al suolo Luigi si è dato alla fuga con suo figlio Roberto. Nell’immediatezza dei fatti, alla vista del padre col sangue di Luigi tra le mani, Roberto disse al genitore “Papà che hai combinato? È Luigi non Orlando“. I due coniugi rincasarono e poco dopo confessarono l’accaduto ai carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone.

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