CELLOLE – Questa mattina si è stretto il cerchio intorno a due uomini, entrambi residenti a Cellole, accusato di aver tentato l’estorsione, aggravata dal metodo mafioso, a carico di un imprenditore del posto, attivo nel settore caseario. Il provvedimento precautelare costituisce l’epilogo di una complessa e intensa attività investigativa avviata nell’aprile 2023 dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sessa Aurunca – al comando del capitano Russo – coordinati dalla Direzione Distrettuale, corroborata da servizi dinamici e attività tecniche, che consentiva di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due soggetti destinatari del provvedimento, uno dei quali elemento verticistico del clan di camorra della famiglia Esposito c.d. “dei muzzoni” che tra i mesi di aprile e settembre 2023 avvalendosi del c.d. “metodo mafioso” avvicinavano in più occasioni la vittima richiedendole il pagamento di una tangente. I carabinieri, questa mattina, hanno prelevato Emilio Esposito, 49 anni, nipote del boss Mario Esposito – attualmente detenuto al 41bis – e Francesco Di Marzo, 75 anni, accusati si tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dopo le formalità rito i due indagati sono stati trasferiti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Determinante è stato il coraggio della vittima che senza esitare ha deciso di denunciare gli estorsori. L’imprenditore era stato minacciato chiaramente: non andare dai carabinieri altrimenti ti succederà qualcosa. Sorprende la capacità di Emilio Esposito di assumere in breve tempo, dopo una lunga carcerazione, il controllo, dal puntod i vista criminale, del territorio sessano.
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