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Cellole / Sessa Aurunca – Commercianti sotto usura, il giudice analizza le intercettazioni

Cellole / Sessa Aurunca – Nell’ultima udienza, quella di pochi giorni fa, del processo a carico di un gruppo di persone accusate di usura, è stato, il collegio presieduto dal giudice Luciana Crisci ha conferito l’incarico al perito trascrittore per le intercettazioni in lingua sinti, lingua straniera di uno degli imputati. Il Sostituto Procuratore Iolanda Gaudino ha ritenuto opportuno acquisire le intercettazioni di conversazioni in lingua sinti. Secondo il Pubblico Ministero infatti tali dichiarazioni sarebbero determinanti per dimostrare la responsabilità penale degli imputati. Il giudice ha fissato la prossima udienza per il prossimo autunno. Poi saranno sentiti altri testimoni e successivamente gli imputati. Tutto nell’ambito del processo a carico di sei imputi residenti fra Sessa Aurunca, Cellole, Casal di Principe, Castel di Sangro, Quarto, Bacoli e Sulmona. E’ stata la coraggiosa denuncia di un commerciante ad innescare l’indagine che ha condotto al processo a carico di sei imputati accusati di usura ed estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa. Tre le vittime, tutti commercianti di Cellole e Baia. I fatti avvenuti tra il 2013 ed il 2016. Sul banco degli imputati Achille Sauchella, 60 anni di Cellole; Giancarlo Alfiero; 57enne di Casal di Principe; Nicola Campanile, 52enne di Bacoli; Michele Casolare, 60enne di Quarto; Riccardo Di Rosa, 55enne di Castel di Sangro; Maurizio Di Rosa, 37enne di Sulmona.
Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, approfittando dello stato di indigenza delle loro vittime riscuotevano dalle stesse, somme precedentemente prestate, con tassi usurari pari al 50% da corrispondere entro un mese con l’applicazione di una mora per ogni mese di ritardo pari a 2000 euro. La riscossione del quantum dovuto era resa più credibile dagli indagati in particolare da Giancarlo Alfiero con riferimento alle particolari modalità di recupero crediti in voga a Casal di Principe e care ai clan camorristici con tanto di minaccia di gambizzazione o di incendi dolosi delle attività commerciali. Gli accertamenti investigativi sono nati a seguito di una denuncia sporta da uno degli imprenditori vittima degli imputati – Marco Del Canto  (difeso dall’avvocato Lorenzo Montecuollo) – di Cellole grazie alla quale sono state ricostruite ulteriori condotte estorsive ai danni di altri due imprenditori locali, Giorgio Nardella e Luigi Gentile.  L’imprenditore raccontò agli inquirenti che nei mesi di febbraio e marzo 2016 ricevette la ‘visita’ di Giancarlo Alfiero presso la propria attività commerciale per riscuotere un debito pari a 20.000 euro e che se non avesse saldato il quantum dovuto sarebbe stato gambizzato ed avrebbe assistito all’incendio della propria attività. Le minacce venivano perpetrate da Alfiero facendo leva sulla modalità camorrista del recupero del credito del clan dei Casalesi. Lo stesso Alfiero malmenando l’imprenditore già affetto da precarie condizioni di salute ed in concorso con Nicola Campanile e Michele Casolare riuscivano a farsi consegnare le chiavi dell’attività con evidente danno economico per lo stesso. Gli stessi imputati si erano resi responsabili delle medesime condotte estorsive ed usurarie ai danni degli altri due imprenditori. Difatti Achille Sauchella, Riccardo Di Rosa, Maurizio Di Rosa in concorso tra di loro Sauchella quale intermediario e Maurizio e Riccardo Di Rosa quali finanziatori approfittando dello stato di bisogno di Gentile si facevano promettere e parzialmente restituire interessi di carattere usuraio. Su un prestito di 2500 euro venne richiesta la somma di 5000 euro omnicomprensiva degli interessi da versare entro un mese dalla richiesta. Sulla somma di 2000 euro venne richiesta una somma raddoppiata (4000 euro) entro un mese. In una occasione Sauchella all’imprenditore, titolare di un esercizio commerciale di generi alimentari, impose, la tassa di 2000 euro di interessi per ogni mese di ritardo nei pagamenti

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