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Sparanise – Campo Sportivo, la Diocesi “favorisce” i partenti di L’Arco: Di Chiara trascina Cirulli davanti al giudice

Sparanise – C’è “turbolenza” intorno al campo sportivo di Sparanise, di proprietà dell’Istituto Diocesano Per Il Sostentamento Del Clero. La polemica nasce intorno all’affidamento della struttura, concessa inizialmente a Mario Di Chiara – storicamente figura impegnata nello sport e titolare di una scuola calcio alla quale sono iscritti tanti giovani –  che all’epoca della sottoscrizione dell’accordo non la Chiesa era anche presidente di un’associazione sportiva (ASD Polisportiva Sparanise). Don Luigi De Rosa fu, all’epoca, firmatario del contratto per conto della Chiesa.
Successivamente, proprio all’interno del gruppo sportivo, nascono contrasti e la guida della società passa nelle mani della famiglia Nicoletti e Angelo Nicoletti diventa presidente del sodalizio sportivo. Nicoletti è famoso per le sue performance musicali e per i suoi concerti come Cover di Vasco Rossi.
Nicoletti è il cognato di Giancarlo L’Arco, noto politico locale, ex presidente dell’Assemblea del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, oggi diventata società per azioni. L’Arco è il vero filo conduttore della nuova Associazione Sportiva, infatti, gli altri due membri del consiglio dell’associazione sportiva sono anche loro cognati con L’Arco. A conferma che L’Arco è il vero cuore pulsante dell’Asd Polisportiva Sparanise c’è una foto, pubblicata dallo stesso politico sparanisano, scattata sul campo sportivo in occasione del collaudo della pubblica illuminazione. L’Arco si ritrae in mezzo al campo illuminato scrivendo: “e luce fu”.
Ironia della sorte anche Mario De Chiara è nella “cerchia” dei parenti di L’Arco, essendo infatti suo cugino. Dopo il cambio di presidente nel sodalizio sportivo l’Istituto Diocesano Per Il Sostentamento Del Clero, ignorando il contratto in essere, senza alcuna revoca dello stesso, affida la struttura sportiva all’ASD Polisportiva Sparanise del nuovo presidente Nicoletti. Il nuovo accordo di concessione è stato firmato, per conto della Chiesa, dal parroco don Angelo Testa.
Contro questa decisione Di Chiara ha proposto ricorso al giudice del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere.
Di Chiara trascina la Chiesa in giudizio perché nonostante le numerose sollecitazioni verbali e per iscritto, l’Istituto si rifiuta di consegnare le chiavi del complesso al ricorrente, accampando motivi futili e pretestuosi. Tutto, secondo Di Chiara, starebbe arrecando al ricorrente pesanti danni economici.

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