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CASERTA – Settembre al Borgo, solo tanta improvvisazione

CASERTA –  «E ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare, perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza…». Cercheremo di acquistare un biglietto dello spettacolo di Franco Battiato, ci spiacerebbe perderlo nella nostra città. Così come del concerto di Fiorella Mannoia. «Ci fanno compagnia certe lettere d’amore, parole che restano con noi…». Sono tra i più bravi e raffinati interpreti della musica leggera italiana e ci mancherebbe che non glielo riconoscessimo. Silvestri, Gazzè e Britti li lasciamo alla nuove generazioni. Per Ayane dobbiamo decidere ancora.

Ma non è questo il punto. E non è sui nostri gusti musicali che volevamo intrattenere i lettori. Il fatto è un altro: questo cartellone del Settembre al Borgo non ci piace affatto e non faremo nulla per nasconderlo. Ma dev’essere subito chiara una cosa: a differenza di altri che fanno le pulci a persone e vicende cittadine solo dopo aver ricevuto un rifiuto alla richiesta di ottenere pubblicità (leggasi soldi) e, allo stesso modo, ne menano virtù alla luce del fatto di ottenerla, noi non chiediamo né vogliamo un bel niente. Noi facciamo informazione e basta. Un particolare che – sempre a differenza di altri – ci fa girare per strada a testa alta.

Il salvataggio della manifestazione in extremis e l’ufficializzazione del suo cartellone, messo su in fretta e furia per mancanza di tempo e differito di una settimana rispetto al periodo storicamente stratificato, ha suscitato tre tipi di reazioni in città: una «istituzionale», una seconda espressa dalle categorie produttive e del commercio, una terza – che cammina un po’ sotto traccia – che fa riferimento ad ambienti della cultura. Provincia, in primis – per la fatica fisica di aver recuperato la rassegna – e poi Comune, hanno espresso la loro soddisfazione a chiare lettere. Poi è stata la volta delle imprese – la Confindustria ha avuto un ruolo nella vicenda – e delle sigle del Commercio: Maurizio Pollini (Confesercenti) e Mario D’Anna (Confcommercio) hanno avuto parole di gratitudine intravedendo nella riuscita dell’operazione di salvataggio una opportunità di visibilità per il territorio che – si spera – porterà vantaggi anche alle imprese commerciali. Tiepide, se non addirittura contrarie e negative, le reazioni di intellettuali e artisti locali.

Il tema sollevato nell’ultimo caso è di sostanza. Fatta salva la forma – il Settembre al Borgo era sparito, c’era il pericolo che si affacciassero sulla scena dei surrogati, il tempo a disposizione era ormai poco ed era impresa difficile mettere assieme un programma interessante – a far storcere il naso è stato il risultato ottenuto: un cartellone che mette assieme mele e pere, pesce e carne. Senza un filo logico – per quanto il progetto della Consoli spalmato su tutte le serate si sforzi di averne – e assai vicino a una sagra paesana. Su questo noi concordiamo e, anzi, rilanciamo.

Il cartellone è un’accozzaglia di nomi, messo in piedi come quando una squadra viene iscritta al campionato una settimana prima del calcio d’inizio. Dai un’occhiata ai quattrini in tasca e ti lanci sul mercato. I primi giocatori che prendi sono gli svincolati (nel caso degli artisti, quelli che nella settimana in questione non hanno serate già fissate); poi, dopo aver fatto il calcolo del loro cachet (perché pure gli svincolati devi pagare…), ti guardi intorno e cominci a vedere chi in quel periodo si esibisce il giorno prima o quello successivo dalle tue parti (perché per montare e smontare palco e strumentazione pure ce ne vuole); quindi, metti mano alle risorse di casa. Un po’ – sempre per fare ricorso a vicende calcistiche – come ha fatto Rafa Benitez dopo il suo arrivo a Napoli: è andato sul sicuro e si è portato dietro i calciatori le cui procure erano in mano al suo stesso procuratore.

Casimiro Lieto lo conosciamo da anni anche per averci avuto a che fare. Il riconfermato direttore della rassegna è uno che è senza dubbio preceduto dalla sua fama: apprezzato autore e produttore, ha firmato alcuni dei format più belli e fortunati della Rai, ha fatto trasmissioni con i migliori artisti e dà del tu ai grandi nomi dello spettacolo. Lui ha una sua personalissima scuderia. Quando c’è da entrare in scena da qualche parte, lo si fa tutti assieme. E sotto questo profilo, Lieto ha costituito una garanzia per Regione e Provincia. Solo che la rassegna non costerà 4mila né 40mila euro ma ben 400mila. Che è una cifra, oggi come oggi. Un evento nell’evento viste le risorse destinate in Italia alla cultura. E, peraltro, rivenienti da fondi strutturali. Cioè, comunitari. Per la precisione, destinati al turismo.

Orbene, come direbbero quelli che stanno per giungere al dunque: i fondi europei hanno bisogno di rendicontazione una volta assegnati e spesi. In questo caso, visto che sono stati devoluti per rilanciare il turismo attraverso la conferma di un evento culturale, quale sarà il modo migliore per farlo? Attraverso la vendita dei biglietti degli spettacoli? Non crediamo. Sarebbe meglio che il cartellone funga da richiamo anche per i turisti. E si può pretendere che qualcuno si arrampichi sopra il Borgo medievale di Caserta arrivando da oltre il Garigliano avendo fatto conoscere ai tour operator (ammesso che sia avvenuto) il cartellone della rassegna due settimane prima dell’inizio? Che dovesse tenersi la 43esima edizione del Settembre al Borgo non era già dato saperlo sulle note finali dell’ultima esibizione di quella dello scorso anno? E che ve ne sarà – si spera – un’altra nel 2014 non lo si sa già da adesso?  Si chiama programmazione. Qualcuno spieghi il significato della parola alle nostre istituzioni. (Il Casertano –  Piero Rossano)

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