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PIETRAMELARA – Giuseppe Pascale, le ultime parole della figlia Tina: “continueremo ad essere i magnifici cinque”.

PIETRAMELARA – Funerale di Giuseppe Pascale, le ultime parole della figlia Tina, dal padre affettuasamente chiamata Titti: “continueremo ad essere i magnifici cinque”. Questa la frase con cui Tina, la figlia maggiore di Giuseppe, ha concluso il proprio discorso sull’altare della chiesa di Sant’Agostino. La ragazza, appena diciasette anni, ma con una maturità ben più evidente della sua età, ha ripreso una frase che il suò papà ripeteva spesso, le parole con cui Giuseppe  fotografava la sua famiglia, appunto, composta da cinque persone. Tina, legatissima al padre, ha raccontato la storia d’amore fra i due genitori assicurando che i sogni di Giuseppe diventeranno tutti realtà: ognuno percorrerà la strada che Giuseppe aveva indicato.

 

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2 commenti

  1. Vincenzo D'Agostino

    La difficoltà interiore è di chi la vive, per chi vive una realtà diversa è facile esprimere opinione e giudizio, ma gesti come questi non sono da biasimare piuttosto da comprendere. E’ un paradosso ma a volte virtuosità, studio, talento e notevoli doti umane possono risultare fatali se affiancate da empatia e sensibilità. Ad ogni cosa c’è rimedio furchè la morte, si usa dire comunemente, ma come detto prima è facile parlare per chi vive al di fuori. Il suicidio è spesso un atto compiuto da persone molto sensibili che hanno raggiunto quello che i popoli d’oltre oceano definiscono “point breck” cioè punto di rottura, di non ritorno. Non essendo originario di Pietramelara ma trapiantato ho avuto pochi contatti con il professionista in questione ma ho compreso subito come fosse persona degna di stima. Siano molto orgogliosi di Giuseppe la sua famiglia e l’intera comunità del paese. ARISTOTELE sentenziò: “nella grande saggezza c’è grande dolore chi aumente il proprio sapere aumenta il proprio dolore”; ma questa massima va applicata alle persone sensibili, empatiche come l’architetto Giuseppe Pascale.
    dottor Vincenzo D’Agostino

  2. Walter Celestino

    Conoscevo da poco Giuseppe, in quanto da poco trasferitomi a Pietramelara, ma quelle poche volte che ho avuto occasione, modo e piacere di dialogare e di parlare con lui, da persona come lui amante del teatro, dell’arte, della cultura e della vita ho capito da subito la grande intellettualità, professionalità e cultura dell’uomo che era Giuseppe.
    Oggi a sipario completamente chiuso e palcoscenico vuoto, inizia per lui come per ogni grande artista una nuova rappresentazione quella più importante, di far divertire gli angeli che sono in cielo a cospetto di Gesù. Ai figli, alla moglie, ai familiari, agli amici, ma soprattutto ai figli unici e soli custodi della grande eredità lasciata da Giuseppe tesoro inestimabile di vita dedico questo pensiero che sconfigge e va al di la della morte terrena che non esiste per chi crede Dio: ” Questo è sentirsi vivi, vivere nella certezza immobile ed abbagliante, unica e vera d’una verità, noi siamo eterni non morremo mai”.
    Il bello della vita è proprio la morte che in realtà non è che l’inizio di una nuova vita . . . la vita vera quella eterna dove un giorno tutti ci ritroveremo.