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foto di repertorio

Alife – Bruciò rifiuti tossici, Michela rischia 2 anni di carcere

Alife – Si è svolta pochi giorni fa l’udienza a carico di una donna di Alife accusata di aver bruciato rifiuti tossici. Il Pubblico Ministero ha concluso la sua arringa con la richiesta di condanna, a 2 anni di carcere a carico dell’imputata ritenendola colpevole dei reati a lei contestati. Per contro il difensore della donna ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Fra pochi giorni si conoscerà la decisione del giudice sui fatti che accaddero nel 2020 nella periferia di Alife e coinvolsero anche un 19enne e un anziano le cui posizioni sono state giudicate con riti alternativi. Michela Nassa, 40 anni di Alife, assistita dall’avvocato Michele Mozzi, ha scelto il rito ordinario. La donna nell’immediatezza dei fatti fu tratta in arresto e liberata pochi giorni dopo.

La vicenda
Aveva deciso di fare pulizia totale dello spazio intorno la propria abitazione. Aveva chiesto ed ottenuto l’aiuto di un giovane del paese che vive proprio eseguendo piccoli lavori di giardinaggio. Vennero sorpresi dai carabinieri della locale stazione mentre bruciavano un enorme cumulo di rifiuti. Vecchi penumatici, materiali in plastica e in gomma, e tante altre cose ammassate e date alle fiamme. Il rogo sviluppò un fumo denso e acre che attirò l’attenzione dei carabinieri. I due, entrambi di Alife, vennero prima condotti in caserma e dopo le formalità di rito tratti in arresto per violazione della legge che tutela l’ambiente.

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