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Pietramelara – Cattiva gestione del depuratore, inquinamento e illecito smaltimento rifiuti: sindaco e imprenditori sotto processo

Pietramelara – Difetto di notifica. Questa la ragione che ha costretto il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a rinviare la prima udienza del processo a carico di quattro persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta sul malfunzionamento del depuratore comunale, inquinamento e illecito smaltimento di rifiuti. Si tornerà in aula negli ultimi giorni di questo mese quando dovrebbe partire la fase dibattimentale del processo nato da una operazione condotta dai carabinieri Forestali di Pietramelara. Le accuse della Procura della Repubblica sono contro l’attuale sindaco Pasquale Di Fruscio, gli imprenditori Mattia Mone (amministratore della TMA srl), Masiello Carlo (proprietario di un fondo vicino al depuratore) e Salvatore Barletta (amministratore della Soteco srl).
Era il 24 luglio 2021 quando fu eseguita l’ordinanza di sequestro preventivo, nei confronti del Sindaco pro-tempore del  Comune  di Pietramelara, del legale rappresentante  della Soc. TMA Srl, gestore di fatto dell’impianto di depurazione fino ad aprile 2020, del proprietario del terreno, Masiello Carlo, adiacente il depuratore comunale ove venivano raccolti e smaltiti i rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi per la presenza di amianto, provenienti dalla pulizia del canale di scolo delle acque del depuratore.  L’adozione del  provvedimento si rese necessario in quanto l’indagato Mattia Mone in concorso con   Pasquale Di Fruscio,  quale Sindaco p.t. del Comune di Pietramelara (CE), Ente proprietario del depuratore della rete fognaria comunale, sito in Pietramelara (CE), loc. Rivolo Pontevecchio – Masseria Sferracavalli; Mattia Mone, quale legale rappresentante p. t. della Soc. TMA Srl, gestore di fatto dell’impianto fino ad aprile 2020, i quali: non effettuando i dovuti controlli e manutenzioni, immettevano le acque non correttamente depurate del predetto impianto direttamente nel Rivolo Pontevecchio, compromettendone e deteriorandone le acque per la presenza di elevati valori di Escherichia Coli e di azoto nitroso; agendo nelle qualità sopra indicate ed in concorso fra loro, senza trattare adeguatamente le acque che fuoriuscivano dal depuratore di Pietramelara, riversavano nel Rivolo Pontevecchio acque non correttamente depurate che superavano le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni allo scarico (Determina Dirigenziale n. 63/W del 28.3.2018 della Provincia di Caserta e nell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) n. 1874 dell’ 11.3.2018 del Comune di Pietramelara) e i limiti previsti dalla tabella. Precedentemente, in un sopralluogo del 28.7.2020 i Carabinieri Forestali di Pietramelara accertavano anche che il canale di scolo dove defluivano le acque del depuratore era stato di recente ripulito dalle erbe infestanti e scavato per migliorarne  il deflusso, accatastando  poi il predetto materiale raccolto sulle proprietà confinanti con il canale; operazioni compiute su disposizione del Comune di Pietramelara che, senza autorizzazione alcuna, né analisi preventiva del terreno e del materiale depositato, vi provvedeva d’urgenza per liberare il corso delle acque del depuratore proprio prima del disposto sopralluogo del 28.7.2020.  In particolare, venivano rinvenuti circa 300 mc di materiale eterogeneo composto di terra di colore molto scuro, misto a rifiuti vetrosi e parti di plastica di varie dimensioni, provenienti dallo sbocco del depuratore e prevalentemente riversati sul terreno di proprietà di un privato, sul quale vi era una coltivazione di granturco, occupando un’area di circa 200 mq, con cumuli alti fino ad un massimo di m. 1,5.

La posizione del sindaco Di Fruscio:
“Per quello che si può riferire in questa sede, il gip che ha esaminato in fase cautelare il procedimento afferma che non è ammissibile procedere “a strascico” e cioè facendo cumulo indifferenziato delle posizioni di responsabilità, dovendosi distinguere, nella contestazione di violazioni all’ambiente e alla “gestione del sistema di depurazione” le posizioni soggettive di ogni persona che viene coinvolta, tenendo conto dei ruoli assegnati a ciascuno per legge e per le funzioni svolte;  che sicuramente non è proprio ipotizzabile una delle fattispecie formulate (per ragioni di ordine tecnico – giuridico che è superfluo dettagliare); che l’inquinamento delle acque è molto “dubbio e incerto” atteso che i valori “fuori norma” sono significativamente ridotti e che i prelievi delle acque sono avvenuti “in un piccolo ruscello (non a caso definito rivolo) che si immetteva ragionevolmente a valle, in corsi d’acqua di maggiori dimensioni, che ne diluiscono la carica” sicché in concreto è molto discutibile anche l’effettività dell’inquinamento. Sul piano amministrativo – prosegue Di Fruscio – quello che ci occupa come amministratori e non come “gestori del depuratore”, riteniamo di avere fatto, a partire dal primo giorno del nostro insediamento, più di quanto ci si potesse attendere da qualsiasi amministrazione, anche la più attenta e scrupolosa, per una difesa convinta del nostro ambiente. Chi frequenta la zona del rivolo “Pontevecchio” sa in quali condizioni si trovava il depuratore alla data del nostro insediamento e come si trova ora. Sono tutti documentati i lavori che abbiamo eseguito a partire dal giugno 2017 per risolvere i gravissimi problemi strutturali e di funzionamento dell’impianto e le relative determinazioni del funzionario comunale sono a disposizione di chiunque stante l’accesso documentale “libero” in materia di ambiente. Attualmente sono in corso altri lavori di sistemazione della rete fognaria e del sistema di depurazione, per un valore di oltre 1.300,000 euro, già appaltati e consegnati”.

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