SANT’ANGELO D’ALIFE – Truffati dalla banca, giustizia per 45 famiglie dopo 18 anni di causa

SANT’ANGELO D’ALIFE – Truffe ai clienti, condannata la banca di Santo Spirito per l’operato di un funzionario. Tutto ebbe inizio il 25 Maggio del 1992 a Sant’Angelo d’Alife; un calvario durato armi per ignari risparmiatori che scoprirono di essere stati raggirati e derubati dei propri risparmi dal concittadino (ex Sindaco) Gabriele Lupoli, ai tempo funzionario della Banca di S. Spirito. Nacque, allora, tra loro un comitato spontaneo e solidale per trovare un accordo bonario con la Banca di Roma, che nel frattempo aveva assorbito la Banca S. Spirito.  Il prof. Raffeale Ferraiuolo se ne fece paladino: all’epilogo della vicenda, a nome dell’ intero Comitato, Zulla Alessandro, Rega Antonio e D’Agosta Antonio lo ringraziano pubblicamente per lo spirito di solidarietà e lo spassionato impegno con cui ebbe a condurre le trattative con i rappresentanti della banca.  Questa, tuttavia, dopo un anno di trattative serrate e tante mezze promesse, rifiuto’ di riconoscere i crediti portati nella documentazione delle oltre 45 famiglie Santangiolesi, declinando qualsiasi soluzione bonaria e responsabilità per l’operato del proprio funzionario.  Questo atteggiamento di totale chiusura generò ovvi sentimenti di desolazione, disperazione e rabbia tra i risparmiatori, che si sentirono ancora una volta raggirati.  Il Comitato avviò allora, l’azione legale contro una delle Banche più blasonate d’ Italia, affidandosi agli Avv. ti Prof. Giuseppe d’Acumi e Franco d’Acanto, del Foro di Napoli, i quali ottennero già in primo grado la condanna della Banca di Roma, a restituire quanto sottratto ai propri clienti dal funzionario infedele e, nonostante la strenua resistenza di essa, a pagare materialmente il dovuto.  Ora la Corte di Appello di Roma, sia pure dopo diciotto anni di causa, ha fatto piena e definitiva giustizia, confermando quella sentenza alla fine di un processo lungo quanto difficile.  Il ritardo della definizione del giudizio ed il danno che ne è derivato ai risparmiatori non resteranno disconosciuti. Gli stessi legali hanno già messo mano ad una rapida azione nei confronti del Ministero per la Giustizia per far ottenere ai propri clienti il risarcimento riconosciuto dalla legge per l’eccessiva durata del processo. Ora, 45 famiglie del paese possono guardare al futuro con maggiore serenità; intanto il comitato si appresta ad un’altra battaglia, quella contro la lentezza della giustizia che ha impiegato quasi un ventennio per scrivere la parola fine ad una vicenda che ha generato gravi danni a tutte le persone coinvolte. Una battaglia che alla fine, potrebbe anche essere vinta.

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