Riardo / Teano / Pietramelara – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha presentato ricorso contro la decisione assunta dai Giudici del Tribunale di Appello di Napoli. Chiedono la carcerazione di Vicol Ciprian (difeso dagli avvocati Gaetano La Milza e Carla Di Stasio). Con questo obiettivo hanno presentato ricorso in Cassazione. Secondo i pubblici ministeri Fiore e Camerlingo, Vicol Cipriano, il 23enne responsabile della morte di Francesca Compagnone, deve essere portato in carcere. E’ la ferma posizione dei due Procuratori della Repubblica che indagano sulla tragica morte della 28enne riardese. Ritengono ingiusta la liberazione del 23enne Moldava residente a Riardo da almeno 18 anni. Ora si attende la fissazione dell’udienza da parte dei giudici della suprema corte. Secondo quanto raccontato dall’indagato la morte di Francesca sarebbe avvenuta per un gioco finito in tragedia, lui non aveva alcuna intenzione di ferire la donna. Secondo la Procura, invece, si tratta di omicidio volontario aggravato da futili motivi e legame affettivo. Questo è il capo di accusa su cui le indagini condotte dal colonnello Minutoli della Compagnia di Capua si snodano. Per i giudici del Tribunale di Appello di Napoli non ci sono ragioni per portare in carcere l’indagato. Sono almeno 6 le ragioni per le quali Vicol Ciprian non deve andare in carcere, secondo il Tribunale della libertà Vicol può restare libero, in attesa del processo che nascerà a suo carico, perché:
Non è emerso alcun dissidio fra i due giovani
Mancano prove concrete a sostegno dell’accusa di omicidio volontario
Non c’è un movente per ipotizzare un omicidio volontario
Non c’è pericolo di fuga dell’indagato
Non vi è pericolo di reiterazione di reato
Non ci sono stati tentativi di inquinamento delle prove
Ora, sulla tragica vicenda e sul futuro del giovane indagato si prouncerà la Suprema Corte di Cassazione sul ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Leggi anche: