I prodotti ortofrutticoli aumentano in maniera spaventosa, secondo alcune stime oltre il 45%. Tutto a vantaggio della catena di distribuzione e dei commercianti. Verdura e frutta pagata una miseria nei campi e venduta come fosse oro sul banco del supermercato o di qualsiasi altro negozio. Nonostante si ottenga esclusivamente in coltura protetta in serra, la verdura fresca rimane in cima alle preferenze dei consumatori. Le pratiche colturali di produzione, associate a temperature rigide, all’aumento dei costi produttivi ed alle tensioni commerciali, portano ad avere prezzi talvolta elevati, del prodotto al banco. Gli aumenti più evidenti si sono avuti su pomodori (+35%), melanzane (+37%). Da quanto riportato dai listini del Centro agro alimentare di Torino Caat, i prezzi all’ingrosso per lo stesso periodo dello scorso anno erano nettamente inferiori. Un anno fa il cavolfiore bianco costava 0,90 €/Kg, oggi 1,30 €/kg (+44,4%); le zucchine costavano 1,60 €/Kg, oggi 2,65 €/Kg (+65,6%). I finocchi mostrano l’aumento maggiore, un anno fa costavano 0,45 €/Kg mentre quest’anno, complici le gelate, costano 2,30 €/Kg (+411,1%). I consumatori pagano di più la verdura, ma gli orticoltori sono in difficoltà, perché con i prezzi all’ingrosso non riescono a recuperare i costi. Se non si interverrà per stabilizzare i costi energetici saranno costretti ad abbandonare la produzione, riducendo l’offerta.