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LA SENTENZA – Marito denunciato dalla moglie: è tirchio. Il giudice lo condanna a 1 anno e 5 mesi di carcere

La Cassazione: se è spilorcio con la moglie il marito commette reato di maltrattamenti. Il «risparmio domestico» imposto dall’uomo come stile di vita diventa un assillo che crea uno stato d’ansia e frustrazione alla moglie, costretta a nascondere la spesa. Razionate acqua e carta igienica. Nessuna pietà per il marito troppo tirchio che non concede quasi una lira alla moglie. A stabilirlo è la Suprema Corte di Cassazione che con un orientamento nuovo, condanna per maltrattamenti il marito ossessionato dal risparmio, al punto da razionare in casa perfino acqua e carta igienica. Ma non è semplice spilorceria: si tratta un vero e proprio stile di vita imposto alla moglie, che diventa a un «assillo» e determina nella parte offesa «uno stato d’ansia e frustrazione». Perché quando la donna trasgredisce le regole, scattano le offese («sprecona!»). E qualche volta gli spintoni e le maniere forti. Una vera e propria condizione di sudditanza, insomma, finita solo con la separazione. E se i coniugi ben possono improntare il ménage al risparmio, il regime deve essere condiviso e mai imposto, soprattutto sulle minime e quotidiane esigenze di vita e di cura della persona. È quanto emerge dalla sentenza 6937/23 pubblicata il 17 febbraio 2023 dalla sesta sezione penale della Cassazione. Diventa definitiva la condanna a un anno e cinque mesi di carcere per l’ex marito (ci sono anche episodi di lesioni). E per il marito avaro, oltre alla condanna, ci sono pure delle ingenti spese legali da pagare. Come a dire: oltre al danno, la beffa.

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