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Casal di Principe – L’ente Provincia di Caserta parte civile in un processo contro i mammasantissima di Carmine Schiavone, il figlio del boss Francesco Sandokan, nuovo leader dei casalesi.

Casal di Principe (Maria Giovanna Pellegrino) – L’ente Provincia di Caserta parte civile in un processo contro i mammasantissima di Carmine Schiavone, il figlio del boss Francesco Sandokan, nuovo leader dei casalesi.Per il pizzo a ferragosto,questa mattina l’udienza preliminare dinanzi al gup di Napoli per Gennaro Vanacore e Giuseppe Del Vecchio accusati di un tentativo di estorsione di trenta mila euro ai danni del caseificio Reccia di Casal di Principe. La difesa dei due imputati, gli avvocati Raffaele Vanacore, Giuseppe Stellato, Carlo De Stavola e Raffaele Petrillo, hanno incardinato la richiesta di rito abbreviato. Intanto in udienza la Provincia di Caserta  si è costituita parte civile. Assente invece il comune di Casal di Principe e i due fratelli Reccia. L’udienza per la trattazione e le discussioni della procura e della difesa è stata aggiornata al prossimo 30 ottobre. I due imputati rischiavano la scarcerazione per decorrenza termini,  ma la Dda per impedire loro la libertà aveva chiesto un’udienza preliminare straordinaria chiedendo il rinvio a giudizio.  I due imputati sono ritenuti fedelissimi di Carmine Schiavone, figlio di Sandokan. Vanacore e Del Vecchio vennero  arrestati l’anno scorso nel mese di agosto perché accusati di una richiesta estorsiva ai danni del caseificio Reccia di Casal di Principe. Un pizzo di ferragosto di 30mila euro da dividere in varie tranche. Vanacore e Del Vecchio vennero incastrati dalla dichiarazioni di Salvatore Venosa, altro mammasantissima dei casalesi, transitato nella schiera dei collaboratori di giustizia. I due  Reccia non hanno mai ammesso di essere stati estorti però ci sono delle intercettazioni ambientali e telefoniche in cui le due vittime parlano di Vanacore e di Del Vecchio e delle loro pretese appellandoli  come dei succhiasangue.  Le dichiarazioni di Salvatore Venosa, il nipote di un boss d’onore come Giggino ‘O Cucchiere, hanno fatto tremare il clan. Il pentito insieme al fratello Umberto non solo ha ricostruito ai pm della Dda il nuovo organigramma della cosca ma ha svelato anche tutti i nuovi sistemi e il nuovo vocabolario adottato dai neo accoliti nell’ordire la nuova rete di estorsioni necessarie per rimpinguare le casse e fornire aiuto alle famiglie dei boss detenuti. Un aspetto fondamentale, perché per il clan reperire nuovo contante significa riuscire a mantenere coeso il gruppo per evitare fughe di pentiti. Venosa non solo è stato utile per frenare il gruppo in ascesa di Reccia ma anche per fare luce su alcuni delitti.

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