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Riardo / Pietramelara / Teano – Omicidio Compagnone, i periti della difesa: Vicol non ha mirato. Fu tragico incidente

Riardo / Pietramelara / Teano – I tecnici nominati dalla difesa di Vicol Ciprian – accusato dell’omicidio di Francesca Compagnone, con cui intratteneva una relazione sentimentale – non hanno dubbi: non vi fu alcuna intenzione di uccidere, né puntò il fucile contro la vittima. Quindi, secondo i periti della difesa si trattò di un tragico incidente. Sono deduzioni contenute all’interno della relazione che i tecnici nominati dalla difesa hanno depositato in Procura dopo l’accesso eseguito alcuni giorni fa presso l’abitazione dove si consumò il delitto. Le certezze dei tecnici scaturiscono da alcune semplici considerazione: sulle mani di Francesca non ci sono ferite. Segno evidente che la ragazza, pur avendo una posizione frontale rispetto a Vicol Ciprian, non acveva l’arma puntata, né c’è stata minaccia da parte dell’amico prima di sparare. In caso contrario osservano i periti di parte, Compagnone avrebbe istintivamente portato le mani e le braccia a protezione del volto. Questo ed altro ancora è contenuto all’interno della perizia che potrebbe giocare un ruolo importante nella decisione che i giudici del Tribunale della Libertà di Napoli dovranno rendere nota nei prossimi giorni sul ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Santa Marica Capua Vetere con cui si chiede la carcerazione dell’indagato.
Nei giorni scorsi i periti nominati dalla Procura della Repubblica hanno eseguito un nuovo accesso nella casa dove la notte dello scorso 26 ottobre 2022 si consumò la tragedia con la morte della 28enne riardese. Il sopralluogo è servito, probabilmente, all’accusa – rappresentata dai pubblici ministeri Fiore e Camerlingo – per verificare delle prove e per cercare ulteriori dettagli che potrebbero rendere la vicenda più chiara e, probabilmente, per articolare controdeduzione alla perizia della difesa.  La villetta è ancora sotto sequestro. Lo scorso 12 gennaio si è discussa davanti ai giudici del riesame di Napoli la richiesta da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere con cui si chiede l’arresto del 23enne moldavo, accusato dell’omicidio della sua amica (con la quale intratteneva un rapporto sentimentale) riardese. Fino ad oggi i giudici partenepei non si sono espressi e l’indagato – difenso dagli avvocati Gaetano La Milza e Carla Di Stasio – è  attualmente libero.
La tragedia si è consumata la notte dello scorso 26 ottobre 2022, intorno alle 22e30 quando i due amici Francesca Compagnone e Vicol Ciprian -si trovavano in camera da letto di lei, nella villetta di proprietà della famiglia  Compagnone, nella periferia di Riardo. Il 23enne imbracciò un fucile (del padre della vittima) e iniziò a maneggiarlo ritenendolo scarico. Toccò il grilletto e la leva di caricamento almeno tre volte. Improvvisamente l’arma sparò colpendo in pieno viso la sfortunata vittima che si trovava a meno di 50 centimetri dal fucile, un calibro 12 utilizzato dal padre di lei per la caccia. La tragedia colpisce tre comunità: Riardo dove Francesca viveva e dove insiste l’attività commerciale di famiglia; Pietramelara paese della madre di Francesca e Teano paese del padre di Francesca. I familiari della vittima si sono affidati agli avvocati Vincenzo Cortellessa e Leopoldo Zanni

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