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Casal di Principe – Clan Schiavone, udienza straordinaria per due affiliati

Casal di Principe (Maria Giovanna Pellegrino) – Rischiano la scarcerazione per decorrenza termini, dopo un anno quasi di detenzione preventiva ma la Dda per non farseli scappare  e per mandarli alla sbarra chiede un’udienza preliminare straordinaria per il rinvio a giudizio. La camera di consiglio è stata fissata per domani mattina, dinanzi al Gup del Tribunale di Napoli per la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Gennaro Vanacore e Giuseppe Del Vecchio, figlio di Carlino. I due imputati sono ritenuti fedelissimi di Carmine Schiavone, figlio di Sandokan e nuovo reggente del clan dei casalesi. Vanacore e Del Vecchio vennero  arrestati l’anno scorso nel mese di agosto perché accusati di una richiesta estorsiva ai danni del caseificio Reccia di Casal di Principe. Un pizzo di ferragosto di 30mila euro da dividere in varie tranche. Vanacore e Del Vecchio vennero incastrati dalla dichiarazioni di Salvatore Venosa, altro mammasantissima dei casalesi, transitato nella schiera dei collaboratori di giustizia. La difesa dei due imputati, gli avvocati Carlo De Stavola, Raffaele Vanacore, Francesco Petrillo e Giuseppe Stellato, pare che abbiano intenzione di chiedere per i due assistiti un abbreviato condizionato all’interrogatorio delle due parte offese i fratelli Reccia. I due imprenditori dovrebbero presentarsi in aula e confermare di essere stati vittime di estorsione da parte dei due picciotti. Tutto ciò se il giudice per le udienze preliminari dovesse accordare un tale giudizio abbreviato.  I due  Reccia non hanno mai ammesso di essere stati estorti però ci sono delle intercettazioni ambientali e telefoniche in cui le due vittime parlano di Vanacore e di Del Vecchio e delle loro pretese appellandoli  come dei succhiasangue.  Dalle intercettazioni emerse anche la paura che terrorizzava i due Reccia, perché temevano ritorsioni se non avessero pagato. Figuriamoci ora se venissero costretti ad accusarli in un faccia a faccia.  Sta di fatto che la Dda riuscì a depositare prove molto convincenti anche per il tribunale del Riesame di Napoli che rigettò i ricorsi per le scarcerazioni. Le dichiarazioni di Salvatore Venosa, il nipote di un boss d’onore come Giggino ‘O Cucchiere, hanno fatto tremare il clan. Il pentito insieme al fratello Umberto non solo ha ricostruito ai pm della Dda il nuovo organigramma della cosca ma ha svelato anche tutti i nuovi sistemi e il nuovo vocabolario adottato dai neo accoliti nell’ordire la nuova rete di estorsioni necessarie per rimpinguare le casse e fornire aiuto alle famiglie dei boss detenuti. Un aspetto fondamentale, perché per il clan reperire nuovo contante significa riuscire a mantenere coeso il gruppo per evitare fughe di pentiti. Venosa non solo è stato utile per frenare il gruppo in ascesa di Reccia ma anche per fare luce su alcuni delitti.



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